In Sicilia il 92,3% dei comuni ha parte del territorio a rischio frane e/o alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti. Lo afferma la Coldiretti dell’Isola commentando i dati Ispra che dimostrano quanto sia impellente una politica del territorio che comprenda anche infrastrutture adeguate alla rivoluzione climatica in corso.
I giorni di pioggia che continua a cadere stanno massacrando l’agricoltura della provincia di Catania – aggiunge Coldiretti Sicilia – . Non solo gli ortaggi ma anche gli agrumi e le varie strutture aziendali hanno subito danni incalcolabili. Così come nel 2018 le aree della piana di Catania si sono allagate senza che siano state messe in atto azioni di tutela. Tubi rotti, inesistenti sistemi di conservazione delle risorse idriche che in estate mancano, fotografano una situazione gravissima. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi stimati che, a livello nazionale, hanno già superato i due miliardi quest’anno tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
La cementificazione selvaggia, gli incendi, l’erosione del suolo, il crescente quanto preoccupante fenomeno di istallazione di impianti fotovoltaici a terra sono le cause principali di quello che sembra essere una tragedia annunciata – conclude Coldiretti Sicilia – .