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L’innovazione tecnologica non attrae i giovani agricoltori siciliani
di Angela Sciortino

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(di Luigi Noto) Molta tradizione e poca innovazione. I giovani agricoltori siciliani non puntano all’agricoltura 4.0 che altrove è la chiave dello sviluppo. Con queste premesse la Sicilia resta ancora legata a una ruralità bucolica priva di aspettative innovative e tecnologiche che invece proprio i giovani dovrebbero intraprendere.

Il quadro poco incoraggiante è emerso durante l’assemblea dei giovani imprenditori che si è svolta oggi, 8 maggio, a Catania e che ha eletto il nuovo coordinamento territoriale della Sicilia orientale dell’Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli promossa dalla Cia. Il nuovo coordinamento presieduto da Carmelo Allegra, imprenditore di Raddusa, e di cui fanno parte Valeria Grimaldi di Adrano, Riccardo Randello di Licodia Eubea, Mario Costanzo di Messina e Michele Aliotta di Grammichele, avrà, dunque un bel da fare a cercare di spingere i propri associati verso scelte innovative e vincenti.

I numeri esposti e commentati durante l’incontro di Catania parlano chiaro: 3700 le domande presentate per il primo bando della misura del Psr dedicata alle start up di giovani imprenditori con riferimento alla misura 6.1 del Psr, quella per così dire dell’agricoltura tradizionale, pari a circa 4500 lavoratori da poter inserire nel sistema produttivo. Ma di questi, sia chiaro solo mille potranno goderne concretamente, poiché la dotazione del bando è di 40 milioni di euro (per l’insediamento il premio è di 40 mila euro a testa). Viceversa, sulla seconda misura dedicata ai giovani, la 6.2 relativa ai progetti innovativi sono state presentate appena 450 domande in tutto il territorio siciliano e appena 52 nella provincia di Catania.

«I numeri evidenziano anche quanto il Psr – ha osservato Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale – sia uno strumento insufficiente per soddisfare le aspettative dei giovani agricoltori». Per le quali non sarà sufficiente nemmeno il prossimo bando atteso nei prossimi mesi e che avrà una dotazione di 25 milioni di euro. «Ecco perché – ha suggerito Giovanni Sutera, dell’ispettorato Agricoltura di Catania – bisognerebbe indirizzare l’attenzione anche su altre opportunità come il bando dell’Ismea che scade a giorni e che ha una dotazione di 70 milioni di euro, di cui 35 riservati Sud».

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