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LinkedIn e il banner “Open to Work”: un alleato o un rischio per la carriera?
di Alexsandra Taormina

Nel mondo dell’etere digital, ogni dettaglio sui nostri profili può fare la differenza. Ma oggi parleremo di Linkedin, nello specifico del banner verde “Open to Work” strumento per i professionisti in cerca di nuove opportunità. Ma questa fascetta verde attorno all’immagine del profilo rappresenta davvero un vantaggio o potrebbe avere un impatto negativo sulla percezione del candidato? Scopriamo i pro e i contro di questo strumento.

Visibilità: l’arma segreta nel mercato del lavoro
Si narra che uno dei principali vantaggi dell’utilizzo del banner “Open to Work” sia l’aumento della visibilità. LinkedIn è il punto di riferimento per circa il 97% dei recruiter e degli HR manager i quali lo utilizzano come piattaforma principale per scoprire nuovi talenti. In un oceano di candidati, la fascetta verde potrebbe fungere da lampeggiante come segnale visibile che indica la disponibilità immediata, rendendo il profilo facilmente identificabile tra migliaia di altri.

Secondo dati forniti da LinkedIn, i profili che utilizzano il banner hanno maggiori probabilità di essere contattati, aumentando le opportunità di colloqui. Ciò risulta particolarmente utile in settori competitivi o in momenti di elevato turnover, dove l’immediatezza è spesso decisiva per ottenere un colloquio.
Usare il banner con strategia
Pur offrendo un notevole boost alla visibilità, il banner va usato con strategia. Un approccio consigliato è quello di attivare l’opzione “aperto ai recruiter” nelle impostazioni di LinkedIn, così da essere visibile solo ai professionisti delle risorse umane e non all’intero network. Questo equilibrio permette di ottenere i benefici del banner senza compromettere l’immagine professionale.

L’altro lato della medaglia: rischio di percezione negativa
Nonostante i vantaggi, molti professionisti evitano il banner per il timore di essere percepiti come disperati o in difficoltà. La paura è che i recruiter possano interpretare il banner come segnale di un candidato che ha avuto difficoltà a trovare una nuova posizione, creando pregiudizi sulla qualità del profilo. In effetti, alcuni recruiter potrebbero preferire candidati che non espongono pubblicamente la loro disponibilità, vedendoli come più richiesti e competitivi.

Anche dal punto di vista delle connessioni personali, l’utilizzo del banner potrebbe portare a ipotesi sulla stabilità professionale del candidato, influenzando la percezione che colleghi e conoscenti hanno della sua carriera.

Velocizzare la ricerca: quando il tempo è tutto
In mercati del lavoro dinamici, come quello delle startup o dei lavori freelance, il banner “Open to Work” può accelerare notevolmente la ricerca. I recruiter sotto pressione, per coprire posizioni in breve tempo, sono più inclini a contattare candidati chiaramente disponibili, eliminando passaggi intermedi come la domanda se stiano cercando attivamente lavoro. In questo contesto, il banner funziona come una dichiarazione immediata: “Sono disponibile ora, pronto per una nuova opportunità o collaborazione”.

Offerte non all’altezza: il rovescio della medaglia
Un aspetto meno positivo del banner “Open to Work” è che potrebbe attrarre offerte di lavoro irrilevanti o di basso livello. Alcuni recruiter potrebbero interpretare la disponibilità pubblica come segnale di urgenza e, lasciateci passare il temine, di “disperazione” proponendo posizioni non adeguate all’esperienza o alle aspettative del candidato. Ciò è particolarmente vero se il profilo LinkedIn non è ottimizzato per riflettere chiaramente le competenze e le ambizioni professionali.

Il verdetto: usare (o evitare) il banner. Questo è il problema
Se lavori in un settore in cui la visibilità è cruciale e il turnover rapido, il banner può essere un ottimo strumento per accelerare la ricerca di lavoro.  Ma se operi in un ambito più tradizionale o in ruoli di alto profilo, potrebbe essere meglio evitare di esporre pubblicamente la tua disponibilità, optando per un approccio più discreto attraverso il networking e la comunicazione diretta con i recruiter. Come ogni elemento di personal branding, il modo in cui viene percepito “Open to Work” dipende dal contesto. Tutto dipende dalla nostra strategia di carriera, dal settore in cui lavoriamo e dal tipo di opportunità che desideriamo attrarre.

 

 

 

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