Sicilia Rurale

Libertà e incanto: Salemi, il museo a cielo aperto nel cuore della Valle del Belice | CLICCA PER IL VIDEO

ARTICOLO DI MARIANNA GRILLO

Architetture suggestive, tesori nascosti, panorami mozzafiato. Salemi è uno di quei borghi di cui è facile innamorarsi. Dal castello alle rovine, dai musei ai vicoli, si ha come la sensazione di passeggiare tra i secoli. Antico e contemporaneo, distruzione e ricostruzione, storia e leggenda la avvolgono in un’atmosfera molto particolare. A renderla unica? La libertà e la forza dei salemitani.

UN PO’ DI STORIA…

Il comune di Salemi si trova in provincia di Trapani, sulle pendici del Monte delle Rose tra il fiume Mazzaro e il fiume Grande. E’ una città arabo-medievale raccolta attorno al suo splendido Castello tra colline di uliveti e vigneti. Sorge sul sito dell’antica città elima di Halyciae (a cui è legata una bellissima leggenda) e, nei secoli, ha conosciuto diverse dominazioni: romana, barbara, bizantina, araba, normanna, sveva e così via. Ma la sua storia è legata quella di Giuseppe Garibaldi. Nel maggio del 1860, l’Eroe dei Due Mondi issò, da sé, sulla cima della torre cilindrica del castello Normanno-Svevo, la bandiera tricolore proclamando Salemi “prima capitale d’Italia”. Un titolo che mantenne solo per un giorno…

Paolo Cammarata è l’ex Direttore della Biblioteca e del Museo Civico di Salemi. Con lui, faremo un breve excursus sulle origini del Castello di Salemi, sulle opportunità culturali e sulle tradizioni popolari del territorio e, con l’occasione, vi sveleremo qualche piccolo segreto su Salemi e i salemitani.   

Il Castello di  Salemi risale al 1070 d.C. , periodo in cui la Sicilia era dominata dai normanni. Un’iscrizione epigrafica incisa sull’architrave di una delle finestre del mastio di Salemi, mostra l’acronimo: “I.C.N.C.R.I.” che, secondo un’interpretazione starebbe per “In Christi nomine comes. Rogerius instruxit”. Per questa ragione è possibile datare la costruzione del maniero in epoca cristiana e, precisamente, dopo la conquista normanna dell’Isola. C’è di più: la fortificazione sarebbe stata fatta nel nome di Gesù Cristo dal “Comes” Ruggero il Normanno e quindi, prima del 1130, anno in cui il Gran Conte fu incoronato Rex Siciliae.

Il castello di Salemi non è mai stato dimora di un conte di un barone perché, già dal 1392 la città venne dichiarata  “appartenente al demanio regio” e dunque sempre autonoma, sempre con magistrature elettive. Un privilegio rispetto ad altre città feudali che, al contrario, erano soggette ai voleri e ai capricci dei loro signori. Questo aspetto, ha forse contribuito a fare dei salemitani persone libere, forti, accoglienti. Culture diverse hanno sempre trovato in Salemi un luogo ideale in cui venire accolti, diventando parte viva del tessuto urbano ed economico. Lo testimoniano, ancora oggi, i diversi quartieri del centro storico della cittadina: la Giudecca ad esempio, in cui visse la comunità ebrea fino al 1492 arabi o il Rabato, il quartiere arabo.  Salemi è da secoli una città aperta. Oltre al castello, è ricca di bellezze. Chiese, palazzotti dell’alta borghesia, vicoli caratteristici. Un incanto che solo in parte è stato sfregiato dal terribile terremoto del 1968. Da visitare, l’ex Collegio dei Gesuiti di Salemi che ospita il Polo Museale. Al suo interno troviamo il Museo Civico, suddiviso in diverse sezioni: arte sacra, risorgimentale, archeologico e museo della mafia e officina della legalità. Oltre a cimeli periodo garibaldino sono custoditi vari reperti trovati nella collina di Mokarta con il suo villaggio preistorico, statue e tele recuperate dalle chiese distrutte dal sisma. Un’altra perla è la Biblioteca Comunale di Salemi. Oltre centomila volumi, edizioni del ‘500 e del ‘600, testi rari, di pregio: una realtà eccezionale per un comune di dodicimila abitanti.

Salemi è ricca di eventi e iniziative culturali e popolari. Molto famosi il Carnevale con “I Giardinieri di Salemi”, la maschera tipica della cittadina e la festa di San Giuseppe con le cene per grazia ricevuta. Rispetto al passato questa tradizione oggi è molto cambiata diventando di fatto una festa di quartiere, di piazza. Tavole imbandite con 101 portate, una casetta abbellita con mirto, alloro e migliaia di pani decorati come stucchi, rendono questo momento unico. In estate, si svolgono molti concerti tra cui quello in onore Tony Scott, jazzista salemitano di fama internazionale, sepolto nel Cimitero Monumentale della città.

Non è possibile visitare Salemi e ripartire senza aver assaggiato le sue eccellenze enogastronomiche. Vediamo quali sono con Pietro Caradonna, Agricoltore e Produttore Grani antichi, Gaetano Palermo, Imprenditore Enogastronomico e Vito Amato, Produttore Vitivinicolo

Da qualche anno, per quanto riguarda la produzione di grano, anche nel territorio salemitano si sta intraprendendo la  strada diversificazione. L’obiettivo è quello di scoprire antiche tradizioni anche perché Salemi e uno dei granai della Sicilia e si presta alla cerealicoltura. I grani antichi in particolare, si erano quasi persi nel dopoguerra aprendo ai grani moderni. Tuttavia, la successiva crisi del settore cerealicolo, si è trasformata in un’opportunità in più. Gli agricoltori, in cerca di una remunerazione superiore, hanno deciso di lavorare a coltivazioni diverse. Cavallo di battaglia, la tumminia (già utilizzata per il pane nero Castelvetrano, presidio slow food) e con cui si stanno facendo i primi esperimenti per dei biscotti dal caratteristico colore scuro e dal profumo particolarissimo. Altro tipo di grano, il perciasacchi, tipico del bacino del Mediterraneo che attecchisce bene a Salemi e da cui si ottengono buone semole per pasta e pane con un ottimo riscontro da parte dei consumatori.

La posizione geografica di Salemi e le caratteristiche del suo territorio, sono ideali, oltre che per la coltivazione del grano, anche per l’olivicoltura. L’olio, estratto dalla varietà cerasuola, è fruttato e intenso, ricco di polifenoli, resiste all’ossidazione ed è tra gli oli che meglio si conservano nel tempo mantenendo inalterate tutte le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Altri prodotti tipici sono le fave, elemento principale per il “macco” e i pomodori, ingrediente principale del famoso “pesto alla trapanese”( fatto con pomodoro fresco, aglio, basilico, mandorle e olio extravergine di oliva). Per quanto riguarda il settore caseario, tra formaggi di pecora più rinomati troviamo la “Vastedda del Belice”, presidio slow food e D.O.P.

Il territorio collinare di Salemi spiega poi la sua forte vocazione vitivinicola. A 400-600 metri sul livello del mare e con grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte, si ottengono infatti uve e vini di alta qualità che comprendono Catarratto, Inzolia, Grillo, Nero d’Avola, Chardonnay, Merlot e Cabernet-Sauvignon. Oltre alla grande e storica produzione vitivinicola, Salemi offre paesaggi incantevoli e, proprio in quei vigneti e nei pendii lungo le colline, da qualche gli stessi produttori e le aziende del settore, organizzano escursioni enoturistiche e visite guidate, nelle cantine e nelle barricaie.

NATALE A SALEMI…

“Tradizionalmente il Natale di Salemi – ricorda Cammarata – è caratterizzato da una processione figurata molto scenografica con i tipici “quadri” allestiti nella varie stradine del borgo. Oltre al Presepe vivente itinerante, si organizzano concerti, spettacoli e degustazioni di prodotti tipici.”

 

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