(di Angela Sciortino) Ad oggi né pomodori né limoni possono essere esportati in Giappone allo stato fresco, a differenza di quanto già accade per le arance in forza di un protocollo del 2008. Ma dopo il successo di una missione giapponese della seconda metà di marzo fra le piantagioni e i centri di lavorazione di pomodoro a Pachino, i limoneti di Avola e gli aranceti di Mineo, si è aperta la strada ad un “iter negoziale”.
I presidenti delle tre maggiori Igp della Sicilia orientale – Limone di Siracusa, Pomodoro di Pachino e Arancia rossa di Sicilia – che hanno accolto la missione nipponica formata da Minoru Ebinuma, direttore esecutivo per Nippun International, Hiroshi Terada, direttore commerciale di Sayu SpA, e le giornaliste Kei Segawa e Atsuko Kigoshi (Cuisine Kingdom) – hanno, infatti, già cominciato a lavorare a un testo comune da sottoporre al Ministero delle politiche agricole in tempo utile per la prossima visita di Shinzo Abe in Italia, prevista per il 24 aprile.
Per predisporre la bozza del protocollo fitosanitario i presidenti dei tre consorzi di tutela – Michele Salvatore Lonzi del Limone di Siracusa Igp, Salvatore Lentinello del Pomodoro di Pachino Igp e Giovanni Selvaggi dell’Arancia rossa di Sicilia Igp – si avvarranno dell’expertise di Rosario D’Anna del Servizio Fitosanitario Regionale e del coordinamento di Gianluca Agati. Quest’ultimo, al seguito del commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, in maggio volerà a Tokyo per una missione di alto livello in rappresentanza dell’istanza congiunta dei tre consorzi di tutela e di tutti gli interessi del comparto produttivo del Limone di Siracusa Igp: 120 aziende agricole, 30 centri di confezionamento, 30 imprese artigianali e industriali autorizzate all’utilizzo della denominazione protetta per prodotti trasformati come caramelle, conserve, marmellate, bevande analcoliche, limoncelli e liquori, succhi, oli essenziali, birre artigianali, un vasto insieme di semilavorati per l’industria alimentare.
«La nostra esperienza con l’arancia rossa farà da apripista per il tavolo tecnico. L’arancia rossa, nelle varietà tarocco, moro, e sanguinello, è l’unico prodotto fresco italiano a essere oggi ammesso in Giappone, in forza di un protocollo varato nel 2008 – afferma Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia rossa di Sicilia Igp – tuttavia, le modalità di commercializzazione e sdoganamento sono complesse, e vorremmo quindi che il Ministero intercedesse per nostro conto affinché esse possano al più presto semplificarsi permettendoci così di cogliere appieno le potenzialità del mercato giapponese».
E proprio il mercato nipponico ha manifestato il proprio interesse per limoni, pomodori e arance attraverso l’ufficio Ice di Tokyo che, a missione conclusa, ha inviato ai tre consorzi una nota in cui Nippun International e Sayu Spa annunciano di voler dar seguito a una parte dei B2B e degli incontri commerciali intrattenuti presso le aziende visitate in marzo.
Grazie alla partnership di scopo tra i tre Consorzi di tutela sostenuta dall’Istituto Commercio Estero – oggi Italian Trade Agency – la delegazione di giornalisti e importatori giapponesi fra un incontro d’affari e l’altro, è stata accompagnata alla scoperta dei centri storici di Siracusa e Catania, dove hanno anche provato, in più declinazioni gastronomiche, i tre prodotti a marchio Igp, magistralmente interpretati da professionisti della ristorazione e del catering del calibro di Giovanni Guarneri, Alfio Navarria, e Giovanni Trimboli.
Al centro del programma della missione giapponese, un convegno sulle opportunità dei tre prodotti Igp alla luce dell’entrata in vigore del trattato di libero scambio fra Italia e Giappone, molto partecipato dal mondo agricolo e agroindustriale siciliano.
In concomitanza con il convegno, ma sempre nella sede camerale di Siracusa, hanno avuto luogo una serrata sessione di incontri B2B fra gli importatori giapponesi Ebinuma e Terada e i soci dei tre consorzi di tutela, e una tavola rotonda su opportunità e criticità del dossier fitosanitario fra Italia e Giappone, cui hanno preso parte, oltre ai presidenti dei tre consorzi di tutela, Luigi Polizzi per il Mipaaft, e Rosario D’Anna, in rappresentanza del Servizio fitosanitario della Regione siciliana.