(di Redazione) Cantina Marilina, l’azienda vitivinicola che si trova tra Rosolini e Pachino e produce vini bio e vegani, cambia l’etichetta al Nero d’Avola Doc Eloro Pachino riserva, al bianco Grecanico Igp Terre Siciliane, all’aceto di Nero d’Avola e all’olio evo, le quattro etichette che rappresentano l’anima dell’azienda.
La famiglia Paternò ha realizzato questa linea di vini non filtrati e non refrigerati, affinati in botte, imbottigliati e confezionati a mano in edizione limitata e numerata – solo mille bottiglie per tipologia – così come l’aceto e l’olio, con l’intento di trasmettere al consumatore l’amore che nutre per la propria terra e i propri prodotti. E per far questo ha deciso di assegnare ai quattro prodotti il nome di ciascun elemento della famiglia.
Il Doc Eloro Pachino riserva, realizzato nella zona ad alta vocazione per la produzione delle uve di Nero d’Avola, coltivate ad alberello, vinificate in vasche di cemento e affinate in vasca per 12 mesi, in legno per 36 mesi, in bottiglia per 6 mesi, ha preso il nome “Il Rosso di Federica”, scelto dalla piccola di casa, fortemente legata al territorio come le uve di Nero d’avola e perché appassionata di vini rossi, corposi e tannici e di tutte le pietanze dai sapori forti a cui abbinare un buon rosso d’annata.
Il Grecanico Igp Terre Siciliane, prodotto al 100 per cento con uve di Grecanico coltivate a spalliera, vinificate in vasche di cemento e affinate in vasca per 12 mesi, in legno per 12 mesi, in bottiglia per 6 mesi, un vino elegante e ricco, valorizzato dalle sostanze nobili del legno, in linea con il barocco, è diventato “Il Bianco di Marilina”, scelto da lei stessa, perché è un vitigno che ama tanto e rappresenta la forza del territorio, dove si uniscono i terreni calcarei, il sole abbagliante, il forte vento. Il risultato è un vino bianco che presenta caratteristiche e corpo di un rosso. Cantina Marilina è una delle poche aziende che produce in Sicilia il Grecanico in purezza, scelto perché come uva da il meglio di sè.
Federica e Marilina, poi, all’aceto prodotto con uve 100 per cento di Nero d’Avola, coltivate a spalliera nel vigneto di San Lorenzo fermentato in legno di piccole dimensioni con utilizzo di trucioli di legno di ulivo, hanno voluto dare il nome del padre. Chiamandolo “L’aceto di Angelo” hanno ironizzato sulla figura di enologo che riveste da 40 anni, ma facendo riferimento anche al suo carattere forte e volitivo.
All’olio extravergine di oliva realizzato con olive moresca e verdese, estratto a freddo, è stato dato il nome “L’olio di Lina”, dedicato alla mamma, ottima cuoca che in cantina si occupa della preparazioni dei piatti per le degustazioni, conosciuta anche in Giappone dove è andata per fare corsi di cucina siciliana per conto di un’importante rivista di settore giapponese.