L’uso di piante marine, come le alghe, è una tendenza ad oggi in rapida crescita. C’è chi già le ama e le consuma in maniera regolare e c’è chi, invece, le associa esclusivamente ad abitudini esotiche e bizzarre, e fa fatica ad introdurle nel proprio regime alimentare.
Secondo alcuni studi un’alga supera le prestazioni ottenute dai terreni coltivati, lo fa senza usare acqua dolce e rimuovendo carbonio e azoto. Possiamo dire che è un’organismo che cresce, nutre e pulisce. Il che significa che potremmo avere la chiave per combattere l’insicurezza alimentare.
Inoltre, le alghe, contengono molte vitamine e minerali, sono un’importante fonte di proteine, carboidrati, sali minerali, oligoelementi e di vitamine (in particolare vitamina A, C, e K), ed hanno un basso apporto lipidico e zuccherino, quindi non aggiungono calorie eccessive alla dieta. Secondo molti esperti e nutrizionisti, le alghe sono da considerarsi uno dei cibi di punta dei prossimi anni.
Fino a questo momento gran parte del mondo è stata molto lenta nell’adottare la coltivazione di questo cibo, nonostante i suoi ampi benefici. Il problema principale è sicuramente quello culturale. Se pensiamo al valore globale di commercio lo possiamo considerare un “super food“, si contano circa 14 miliardi di dollari, e si stima che questa cifra continuerà a crescere. Una ricerca ha mostrato come le estese foreste oceaniche producono in media da 2 a 11 volte più biomassa per area rispetto alle colture intensive come mais e grano.
E quindi perché non coltivare l’alga? Soprattutto se pensiamo si tratta di organismi incredibilmente resistenti, alcune specie possono crescere fino a un metro e mezzo in un solo giorno e raggiungere i 175 metri di lunghezza.
In Alaska un’azienda fondata da un ex pescatore, sta formando le comunità indigene per costruire un hub dell’alga. In Italia, una fattoria subacquea coltiva frutta e verdura usando come fertilizzante le alghe che crescono naturalmente sul posto. In California, un produttore sta testando un mangime derivato dall’alga che riduce il metano delle flatulenze delle mucche.
Insomma, magari in futuro l’alga potrà risolvere molti dei nostri problemi.