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L’AI sostituisce l’umano: dalla metropolitana di Mosca a Project Jarvis

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante, ma oggi la sua diffusione tocca confini impensati, spingendo tutti noi a riflettere: dove finisce il progresso e dove comincia la sostituzione dell’umano? Ecco alcuni dei progetti più avanzati che stanno plasmando un nuovo standard tecnologico.

 

La metropolitana di Mosca dice addio ai cassieri

A Mosca, l’introduzione di assistenti virtuali nella rete della metropolitana rappresenta una svolta. Attraverso l’uso dell’AI, vengono ricreati dei cassieri digitali che gestiscono in modo autonomo la vendita dei biglietti, rispondono alle domande dei viaggiatori e offrono un supporto costante ai pendolari. La facilità d’uso e la velocità sono indiscutibili, ma a quale prezzo? Per la prima volta, l’interazione con l’utente viene delegata totalmente alla macchina. Questo comporta una riduzione dei tempi di attesa, ma l’umanità si allontana: sempre meno persone svolgeranno ruoli di assistenza diretta, lasciando gli utenti in balia di uno schermo.

Project Jarvis di Google: un nuovo modo di interagire con l’intelligenza artificiale

Parallelamente, Google sta spingendo i confini dell’AI con “Project Jarvis”, un progetto ispirato a quello che molti ricorderanno come l’assistente digitale di Tony Stark. Con Jarvis, Google punta a un’AI capace di eseguire azioni complesse, come prenotare voli o fare acquisti online, direttamente dal browser. Integrato con il popolarissimo Chrome, questo assistente sarà in grado di interpretare i comandi vocali e visivi, rendendo la navigazione sempre più automatizzata.

Ma Project Jarvis non è solo un assistente: è il simbolo della sfida per dominare il settore dell’intelligenza artificiale. Non a caso, la presentazione è attesa per dicembre, in contemporanea con il lancio della nuova generazione di Gemini, il modello di AI di punta di Google.

La corsa allo spazio digitale: competizione e etica

L’introduzione di un’AI in grado di replicare il comportamento umano solleva interrogativi importanti: a quale costo emotivo e psicologico? Lo dimostra l’annuncio di Anthropic, azienda rivale di OpenAI, che ha lanciato una versione aggiornata del suo chatbot Claude. Questa nuova versione è in grado di operare come assistente, compiendo attività di carattere informatico direttamente per conto dell’utente, rendendo sempre meno rilevante la competenza umana.

Una visione dal futuro: tra isolamento e opportunità

Questi sviluppi segnano un’epoca in cui il digitale si sostituisce all’umano non solo come strumento, ma anche come intermediario tra noi e il mondo. La capacità di adattamento e di assistenza degli algoritmi va a beneficio di molti, ma ci porta a chiederci: quando l’interazione umana diventerà solo una scelta, e non più una necessità?

Questo scenario presenta senza dubbio delle opportunità, ma altrettanti rischi di isolamento e disconnessione, con la tecnologia che media ogni singola esperienza di vita. Sarà fondamentale, per le aziende e per i governi, trovare un equilibrio in cui l’innovazione rispetti la connessione umana senza azzerarla.

 

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