(di Angela Sciortino) Le superfici della Sicilia coltivate a vigneto resteranno nell’Isola. C’è voluta qualche settimana di riflessione (il decreto era atteso per fine gennaio) e una battaglia condotta dagli assessori di Sicilia, Umbria, Campania, Toscana ed Emilia Romagna nell’ultima Conferenza Stato-Regioni. Proprio in quella sede era stata “congelata” la norma, inserita nella bozza del nuovo decreto ministeriale sull’autorizzazione dei nuovi impianti viticoli e i reimpianti che in buona sostanza consentiva la facile “emigrazione” dei diritti al reimpianto da una regione all’altra. Bastava, infatti, che un viticoltore prendesse in affitto un vigneto in un‘altra regione per estirparlo ed esercitare il diritto al reimpianto nella regione dove si trovava la propria azienda. Una volta “trasferita” la vigna, il contratto di affitto veniva rescisso anticipatamente. Una pratica piuttosto diffusa in Sicilia, a quanto pare. Un raggiro consentito dalla legge di cui i burocrati regionali si erano accorti e che avevano segnalato all’assessore Edy Bandiera che, a sua volta, ha fatto scoppiare il caso a Roma e condotto (e vinto) una battaglia a tutela del vigneto Sicilia. «I vigneti resteranno in Sicilia. È stata messa la parole fine al depauperamento delle superfici vitate dell’Isola, che rischiavano di essere alienate in altre regioni», ha dichiarato con soddisfazione l’Assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera. Le autorizzazioni al reimpianto di vigneti ottenute a seguito di estirpazione in terreni gestiti in affitto, di norma, non potranno essere utilizzate in una regione diversa da quella in cui è avvenuta l’estirpazione. Il trasferimento ad altra regione potrà avvenire solo se sono passati almeno sei anni dalla data di registrazione del contratto d’affitto. «Si mette fine così agli artificiosi espedienti, messi in atto nei mesi passati, con i quali aziende provenienti da altre regioni riuscivano ad accaparrarsi le autorizzazioni al reimpianto originate dal territorio siciliano, ingrossando il patrimonio vitivinicolo di altre regioni a discapito della Sicilia».
Un’altra novità introdotta nella norma è il tetto di 50 ettari per l’autorizzazione di nuovi impianti. Soglia che potrà essere ulteriormente ridotta dalle singole Regioni per tenere conto delle esigenze proprie del territorio. Complessivamente per l’annualità 2018 la superficie che può essere distribuita sotto forma di autorizzazioni per il nuovo impianto è pari a 6.685 ettari. L’altra novità riguarda la possibilità di garantire il rilascio di una quota minima compresa tra 0,1 e 0,5 ettari a tutti i richiedenti, qualora le richieste ammissibili dovessero risultare superiori alla superficie messa a disposizione sotto forma di autorizzazioni, come è accaduto negli ultimi due anni.