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La pietra a secco di Pantelleria nel registro nazionale dei paesaggi rurali
di Angela Sciortino

Pantelleria

(di Redazione) Pantelleria e la sua viticoltura di tradizione, insieme alle altre coltivazioni tipiche dell’isola, hanno reso il paesaggio un giacimento unico e identitario. L’introduzione nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici della pietra a secco di Pantelleria è un riconoscimento alla capacità dei contadini locali, veri architetti dell’isola. Coldiretti Sicilia commenta così l’annuncio del Ministero delle Politiche Agricole dell’iscrizione dei muretti a secco dell’Isola tra le sei aree new entry della bellezza agraria italiana. La particolarità dei terrazzamenti, continua Coldiretti Sicilia, testimonia come le condizioni ambientali abbiano determinato lo sviluppo di tecniche colturali in grado adattare le necessità dell’uomo ad un ambiente difficile producendo scorci straordinari abbinati ad una alta qualità dei prodotti e di grande valenza turistica. Chilometri di pietre accatastate ospitano viti ad alberello, olivi potati per crescere a poche decine di centimetri da terra, capperi e agrumi, in un contesto dal grande valore estetico.

Altre cinque aree sono state inserite nel prestigioso registro: la piantata veneta, gli oliveti secolari tra Assisi e Spoleto e quelli storici di Venafro in Molise e poi i terrazzamenti di Lamole in Chianti e Trequanda in provincia di Siena, raro esempio di zona ad origine mezzadrile, tutti a concorrere per una meraviglia che è l’agricoltura l’italiana.

«Con l’inserimento nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Paesaggio della pietra a secco dell’isola di Pantelleriasi compie un altro importante passo avanti nel processo di valorizzazione e promozione dell’agricoltura dell’isola che aveva già avuto lo straordinario riconoscimento Unesco per la pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello», dichiara Benedetto Renda, Presidente del Consorzio Volontario di Tutela dei vini Doc dell’isola di Pantelleria.  «Il tessuto produttivo – continua – ora ha il compito di fare sistema e di aprire nuovi scenari di condivisione e sviluppo che vedano agire insieme singoli agricoltori, piccole aziende e grandi marchi. Il patrimonio storico culturale e naturalistico di Pantelleria, insieme al suo sistema rurale, ai vini passiti, alla coltivazione del cappero e degli ulivi, rappresentano un unicum importante di attrazione per quel turismo enogastronomico e naturalistico che muove, già oggi, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Il nostro compito è quello di intercettarne i flussi e rendere Pantelleria una meta privilegiata e di alto significato culturale».

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