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La lunga notte della siccità in Sicilia, una crisi ormai strutturale: servono soluzioni
di Annalisa Ciprì

La morsa della siccità in Sicilia non risparmia proprio nessuno, in primis gli agricoltori laddove la riserva d’acqua è insufficiente a sostenere lo sviluppo delle colture e a salvaguardare la produzione zootecnica. Un’emergenza legata non solo al deficit idrico in atto nel territorio di tutta la nostra regione che non arretra, ma anche e soprattutto alla carenza di precipitazioni nelle ultime stagioni autunnali ed invernali.

Il problema è sempre lo stesso e il cui effetto non può che essere uno, ovvero un’espansione delle aree a siccità severa ed elevata, confermando quello che è un trend già negativo da mesi e mesi.

Le temperature, più alte della media, hanno determinato, fra l’altro, un’importante riduzione dei deflussi idrici superficiali nonché la mancata ricarica delle falde. Poi, durante i periodi siccitosi particolarmente intensi o lunghi possono verificarsi problemi di allocazione della risorsa idrica che non basta a garantire lo svolgimento delle normali attività economiche e l’uso civile. Nel settore potabile le criticità interessano in particolare le Province di Agrigento, Caltanissetta e Enna dove il razionamento è più pesante. E’ confermato quindi lo scenario precedente.

Ad Agrigento la stessa amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Miccichè ha avviato interventi per incrementare l’approvvigionamento idrico della città e di tutte le aree limitrofe. Il Comune è a lavoro con la Protezione civile regionale e con la società che distribuisce l’acqua per programmare interventi di manutenzione straordinaria sui punti più critici della rete dove si riscontrano perdite significative dovute alle infrastrutture obsolete. Nel frattempo sono stati avviati sondaggi esplorativi e analisi dei costi necessari per attivare ulteriori nuovi pozzi individuati sul territorio, l’obiettivo è quello di intervenire con altre aziende selezionate tramite gare d’appalto. “Utilizzeremo i finanziamenti della Regione e della Protezione civile per eseguire questi lavori, concentrandoci su aree non coperte dal progetto di rifacimento della nuova rete idrica, che inizierà a breve“.

Mentre a Caltanissetta, dove l’acqua è completamente assente nelle case, è partito ieri il servizio di autobotti nei quartieri e su iniziativa del Comune, sono state fatte delle restrizioni di prelievo dal serbatoio Ancipa, da cui attingono diversi comuni, per garantire una disponibilità idrica per il periodo di attesa di nuove piogge. A fronte di una riduzione dei prelievi di serbatoi, ci sarebbero dei turni di ridistribuzione molto più lunghi.

Anche a Messina niente acqua per 12 ore (CLICCA QUI), stop totale all’erogazione idrica, così come avvenuto nei week end di distacco idrico (una volta al mese per cinque mesi) disposti dall’amministrazione comunale per interventi all’acquedotto di Fiumefreddo.

E’ anche vero che l’emergenza siccità ha fatto emergere alcune lacune del sistema idrico dell’Isola in presenza di dighe incomplete e non collaudate o di quelle già costruite, ma che necessitano di una manutenzione. La Regione non è stata immobile cercando di mitigare con propri mezzi gli effetti di una crisi idrica senza precedenti (CLICCA QUI), diversi sono stati i provvedimenti messi in campo, ma che ad oggi non hanno ancora avuto un completo e totale riscontro positivo.

Nel corso delle varie riunioni con i centri provinciali, che sono già operativi, è stato elaborato un nuovo piano fatto di interventi con la stessa finalità, ovvero ottimizzare l’uso delle risorse e recuperarle. Il tutto finalizzato a mitigare quella che è una forte riduzione di disponibilità idrica. Sarà un piano con lo stesso stampo del primo, dunque, rinvenimento di pozzi, riutilizzo delle acque piovane, ottimizzazione delle risorse e ricerca di nuove infrastrutture.
Generalmente vengono valutati interventi che non superano i 100-120 giorni per l’attuazione.

Alcune risorse integrative cominciano ad essere utilizzabili, ma la Sicilia non è ancora fuori dal tunnel. La situazione rimane seria, non piovendo non ci sono scorte e bisognerà aspettare soprattutto i mesi di ottobre, novembre e dicembre, e se piove, quel poco non riesce assolutamente a risanare quella che è la situazione attuale. Tutelare la gestione dell’acqua a breve termine e la tempistica degli interventi rientrano nel raggio d’azione del governo regionale, prevedendo un pacchetto di interventi diretti a garantire un utilizzo equilibrato ed equo delle risorse idriche.

Il Piano regionale per la lotta alla siccità redatto dall’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia contiene una serie di azioni finalizzate al risparmio idrico attraverso la riduzione delle perdite e manutenzione delle infrastrutture. Attività da realizzare in un’ottica di prevenzione della siccità e di programmazione dell’approvvigionamento idrico, cercando anche di azzerare le dispersioni di acqua nelle fase di adduzione e distribuzione, che rappresenta una questione urgente da affrontare. In generale il risparmio idrico è perseguito attraverso l’adozione da parte dei gestori delle reti acquedottistiche e di quelle consortili di comportamenti ed interventi mirati alla razionalizzazione e alla distribuzione, una vera e propria sfida per i gestori delle risorse idriche. Ma è altrettanto necessario bloccare le perdite e mettere un punto allo spreco comunque pagato dai cittadini. Il risparmio idrico si attua attraverso l’implementazione di norme, comportamentali e politiche d’utilizzo da parte degli utenti. Restrizioni all’uso della risorsa idrica è un’opzione chiave utilizzata durante la siccità, principalmente per gli usi idrici all’aperto nel settore residenziale e in alcuni settori non residenziali.

Punti di forza sono diversi. Le restrizioni, tra cui anche la turnazione, attuate dai gestori dei servizi idrici in collaborazione con i Comuni e con l’Autorità di Bacino sono state adoperate in passato per la gestione dell’emergenza con efficacia nella compressione delle perdite e dei consumi dei grandi utilizzatori (utenze con elevati consumi medi annui). Sono iniziative di immediata attuabilità che consentono di ridurre il tasso di esaurimento dell’acqua e consentono di guadagnare tempo per l’implementazione di misure strutturali.

Rimane il fatto che non piove abbastanza, tutti confidano nella riformazione di scorte. 

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