Ad evidenziarlo è stata una ricerca presentata da Ismea in occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi.
“Nonostante il progressivo, benché parziale, rientro dei prezzi delle materie prime energetiche e dei prezzi di alcuni dei principali componenti dell’alimentazione, la ridotta disponibilità di carne suina a livello europeo continua a tenere i listini su livelli elevati” ha spiegato Fabio del Bravo, Responsabile Direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea.
“Gli aumenti dei prezzi delle materie prime lungo la filiera si traducono in una marginalità esigua delle diverse fasi“, come emerge anche dai primissimi e parziali risultati di uno studio sulla catena del valore dei salumi italiani.
Il progetto pilota è partito dal prosciutto cotto, che rappresenta quasi un quarto (23%) della spesa complessiva al dettaglio per i salumi e con volumi di vendita in aumento nel 2022 nonostante il rialzo dei prezzi. La referenza, ha precisato l’analista Ismea, “ha due canali di vendita, il banco taglio dove le vendite sono stabili, tengono. Mentre sta andando molto bene il confezionato in vaschetta, che cresce in maniera trasversale. A testimonianza che il contenuto di servizio piace a diverse categorie di consumatori e cresce” nonostante la diffusa prudenza negli acquisti per l’inflazione e l’aumento dei costi delle bollette. L’analisi ha inoltre evidenziato come “lo stretto collegamento tra i risultati di una fase con quelli della successiva determina la necessità di una sempre più forte interazione tra gli attori nella definizione delle strategie di sviluppo della filiera a salvaguardia del livello qualitativo della salumeria italiana che è l’elemento di distintività a livello mondiale“.