Sicilia Rurale

Irvo stipendi in ritardo, a rischio la certificazione di vini e oli

(di Angela Sciortino) Continua il disagio dei dipendenti dell’ Irvo, l’Istituto regionale Vini e Oli di Sicilia, da mesi senza stipendio. «Ciò nonostante – si legge in una nota sindacale dell’Ugl – l’Istituto, con il suo qualificato personale tecnico, ha garantito la certificazione e il controllo dei vini siciliani a Doc e degli oli di Sicilia a Igp».

L’ Irvo, com’è noto, da tempo è interessato da una gestione commissariale: da oltre sei anni manca un Consiglio di Amministrazione che, come prevede lo statuto dell’ente, dovrebbe programmare e rilanciare le attività istituzionali più prestigiose tra cui ricerca scientifica e attività promozionali.

Adesso potrebbero essere a rischio anche le importantissime (per le aziende vitivinicole e olivicole siciliane, ma anche per il bilancio asfittico dell’Istituto) certificazioni dei vini a denominazione di origine e degli oli di Sicilia a Igp.

Il sindacato perciò ha fatto appello al presidente Musumeci perché faccia predisporre agli uffici competenti tutti gli adempimenti necessari per evitare che la mancata corresponsione degli stipendi possa bloccare queste attività.

L’ Irvo, è forse il caso di ricordarlo, è stato al centro di una grossa polemica in occasione dell’approvazione dell’ultima legge di stabilità. In quell’occasione il presidente della Regione Nello Musumeci così aveva commentato (e liquidato) una vecchia vicenda di debiti che aveva messo a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’Irvos, l’Istituto regionale del Vino e dell’Olio della Sicilia: «Lo rifinanziamo, ma è l’ultima possibilità. Se non tornerà ai fasti del passato, non ci sarà un’altra opportunità».

A questa promessa/minaccia, però Musumeci ha omesso di far seguire un mea culpa a nome di tutta la politica regionale. La stessa che negli ultimi anni ha deliberatamente messo all’angolo sia l’ente che si occupa di vino e di olio sia gli altri enti strumentali della Regione che dovrebbero/potrebbero essere di supporto all’agricoltura. Piuttosto che rimetterli in pista rinnovando vision generale e indicando mission precise, all’Assemblea regionale siciliana hanno preferito posteggiarli. Assegnando loro somme appena sufficienti (e spesso neanche quelle) per pagare le spese obbligatorie (stipendi, oneri sociali, funzionamento ordinario). Niente altro. Come se la ricerca, il trasferimento dell’innovazione, la promozione e la consulenza alle aziende non comporti costi che vanno oltre quelli del personale.

Quando Musumeci a proposito dell’ Irvo ha fatto riferimento ai fasti del passato, probabilmente si riferiva al periodo in cui per presiedere l’Irvo (ai tempi però si chiamava Irvv, Istituto regionale della Vite e del Vino) la politica siciliana venne scelto non un politico, ma un vero imprenditore, di quelli con la i maiuscola e come ce ne sono pochi. La presidenza di Diego Planeta ha lasciato davvero il segno, sia nella gestione dell’Irvo che nel mondo vitivinicolo siciliano. Il presidente Musumeci, se si riferiva ai fasti di quel periodo a cui dovrebbe tornare l’Istituto, dovrà però, insieme al suo governo, sforzarsi parecchio e trovare quattrini per finanziare le attività di prestigio e cercare soggetti capaci di lungimiranti visioni a cui non servono per campare i gettoni dei Consigli di amministrazione.

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