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Instagram ci riprova: caroselli collaborativi. Ma è davvero una buona idea?
di Alexsandra Taormina

Siamo arrivati al punto in cui anche i caroselli non possono più essere roba solo nostra. Con la nuova funzione “Aggiungi a un post”, Instagram ci permette di condividere il nostro spazio virtuale con chiunque, perché… collaborare è ormai d’obbligo, no?

Ora, non fraintendiamoci, il concept è simpatico: vuoi che i tuoi follower arricchiscano il tuo carosello con le loro foto? Bene, dai loro la possibilità di inviare immagini che, se approvate (perché sì, almeno quello!), si uniranno alla tua collezione di scatti.

Ma… siamo sicuri che ne sentissimo il bisogno? Non è che questo desiderio forzato di “condivisione totale” inizia a pesare un po’? Sono un creator, faccio un post, è il mio carosello. Mio. Non serve il “mercato del pesce” sotto i miei post, grazie.

Sì, possiamo sempre rifiutare le immagini, ma il punto è un altro: non è che stiamo tutti scivolando in una spirale infinita di interazione a tutti i costi? Non possiamo più far nulla senza chiedere la partecipazione o, per carità, l’approvazione di qualcun altro? La personalizzazione è la vera chiave, ma ora mi tocca gestire richieste di contributi come se fosse un progetto di gruppo alle superiori. E sappiamo tutti com’è finita quella storia…

Questo continuo approccio di confronto, di collaborazione e condivisione mascherato da un bisogno di inclusività un po’ troppo esasperato (anche digitalmente) ci sta probabilmente sfuggendo di mano.

Cosa ne pensate? Lasciamo che Instagram faccia i caroselli “di gruppo” o torniamo a godere della sacrosanta indipendenza creativa?

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