(di Angela Sciortino) In arrivo la prima tranche del premio di insediamento per i giovani imprenditori. «Il 60 per cento del premio pari a 24 mila euro ai 1625 beneficiari sarà erogato entro la fine dell’anno», ha assicurato il dirigente generale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, durante l’incontro dello scorso 23 settembre dedicato alla sottomisura 6.1 a cui hanno partecipato tutti gli attori interessati: aspiranti giovani imprenditori agricoli, tecnici progettisti e funzionari centrali e periferici dell’Assessorato all’Agricoltura.
Non una concessione, ma una scelta obbligata. Non si potrà andare oltre, infatti, perché altrimenti il disimpegno delle somme sarebbe automatico. E poi che succederà? si sono chiesti in tanti. Fatti due calcoli – 120 giorni per la cantierabilità dal decreto di insediamento più 60 giorni per decreti di concessione del sostegno, più 24 mesi di tempo prima del collaudo – per il saldo si dovranno aspettare almeno 30 mesi dal decreto di insediamento.
Nel corso dell’incontro, annunciata anche una revisione definitiva della graduatoria intorno al 20 ottobre: una vera e propria scrematura dei richiedenti che hanno rinunciato o che hanno presentato documentazione incompleta o con sostanziali pecche. Possibile, quindi lo scorrimento delle posizioni.
Ma anche speranze deluse: sono quelle di chi si trova nelle parti basse della graduatoria e ha presentato un progetto che prevede più di una sottomisura (ad es. 4.1 e 6.4.a oppure 8.1 e 6.4.a). È stato ribadito come non sia possibile utilizzare in maniera indistinta i fondi delle sottomisure collegate alla 6.1 ( 4.1, 6.4.a e 8.1) e, per di più non sarà possibile scorporare la misura non finanziabile.
«Nel caso della 6.4.a (agriturismo ndr) – osserva Giovanni Gioia, presidente in Sicilia di Anga-Confagricoltura – accade già oltre il 147° posto in graduatoria. Il progetto deve essere comunque realizzato interamente dal giovane agricoltore con risorse proprie».
Quella che agli occhi di molti è apparsa come una ingiustizia è stata però argomentata: «Senza l’attuazione della 6.4.a, infatti, il Piano di Sviluppo Aziendale (Psa) e l’indice di sostenibilità economica verrebbero stravolti e non corrisponderebbero più a quelli presentati originariamente nel progetto. I punteggi relativi alla sottomisura collegata 6.4.a sono matematicamente legati agli importi spesi per la realizzazione delle opere connesse a tale sottomisura. Pertanto una rimodulazione della spesa o l’esecuzione delle cosiddette “opere in economia” falserebbe le graduatorie», ha spiegato Cartabellotta.
Nessun problema, invece, per i casi di mancato rispetto dei termini per l’invio della documentazione via Pec purché il ritardo sia imputabile all’amministrazione. La dirigenza dell’Assessorato ha rassicurato che ciò non sarà motivo di esclusione se debitamente documentato: basterà, dunque, allegare l’avviso di casella di posta piena.
Non sono, a quanto pare, da escludere ricorsi al Tar da parte di alcuni giovani per le disparità di trattamento attuate dai diversi ispettorati nell’assegnazione del punteggio connesso alle nuove assunzioni che scaturirebbero dall’attuazione del Piano di Sviluppo Aziendale. Nel bando erano stati indicati dei punteggi in base alle nuove assunzioni di personale definendole semplicemente come“unità lavorative” generiche e non come Unità Lavorativa Annua (Ula) che corrisponde, invece, a un impiegato a tempo pieno nell’arco dell’intero anno solare secondo quanto previsto dal contratto nazionale di riferimento. Ciò ha portato a una disomogeneità di interpretazione tra gli Ispettorati. C’è chi, nel caso di contratti part-time o stagionali, ha adottato i coefficienti correttivi al ribasso, c’è chi non l’ha fatto.
È accaduto, così, che chi ha presentato ricorso in Assessorato ha avuto riconosciuta l’interpretazione più favorevole. Chi, invece, aveva visto applicare dagli ispettorati il metodo di calcolo delle Ula in maniera insindacabile e non ha usufruito del riesame previsto dal decreto n.1111 del 31 maggio scorso, non ha ottenuto la più favorevole revisione del punteggio assegnato.
Infine le anomalie del Sistema Informativo agricolo nazionale (Sian) generati dal non avere previsto la possibilità di subentro di un giovane all’interno dei regolamenti di attuazione di alcune misure con impegno pluriennale (es. Ocm vino, biologico, indicazioni di origine e marchi di qualità etc.).
L’esistenza di uno o più impegni pluriennali preesistenti hanno generato alcune anomalie bloccanti che sono risolvibili solo con l’adeguamento degli algoritmi. La problematica doveva essere affrontata per tempo, prima dell’emissione del bando o inserendo quale motivo di esclusione l’esistenza di un impegno non ancora esaurito dalla ditta cedente.
Inutile piangere sul latte versato. A questo punto, vista la ristrettezza dei tempi, l’Assessorato ha proposto una soluzione tampone: Agea dovrebbe modificare l’algoritmo all’interno del Sian cosicché riconosca possibile un periodo “transitorio” in cui sia concessa la coesistenza dei fascicoli di cedente e cessionario. Tutto questo solo nei casi eccezionali segnati dai Centri di Assistenza Agricola.