Arriva ancora dall’Asia, costituendo una vera minaccia per tutto il settore, il nuovo killer delle api, la cui salute è già messa a dura prova dalla globalizzazione, dall’effetto dei cambiamenti climatici e dell’abuso di fitofarmaci.
Si tratta dell’acaro “Tropilaelaps mercedesae“, originario delle api mellifere asiatiche giganti, ma che sta provocando effetti negativi anche sulle colonie di api mellifere occidentali (Apis mellifera). Dopo il ritrovamento in Russia, l’acaro è adesso segnalato per la prima volta in Georgia, confermando la sua espansione geografica verso ovest. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Apicultural Science, realizzato dall”Istituto di Entomologia dell’Università di Agraria della Georgia anche grazie al contributo del Crea. Considerati il ciclo vitale, la biologia e la velocità di riproduzione, c’è molta preoccupazione per la diffusione di questo acaro in Europa, soprattutto perché l’aumento delle temperature medie annue e i cambiamenti climatici, che prolungano l’allevamento della covata, favoriscono il potenziale insediamento di popolazioni in altre regioni.
Per individuare l’acaro killer è stata effettuata l’analisi del Dna ‘barcoding’, una tecnica che sfrutta particolari sequenze geniche consentendo così di determinare la specie di appartenenza di animali, piante o microrganismi: come anche delle misurazioni morfologiche degli acari. Le analisi sui campioni hanno mostrato alti tassi di infestazione da T. mercedesae, una notevole capacità riproduttiva e co-infestazione da Varroa destructor, l’altro acaro parassita asiatico ormai noto all’apicoltura globale. “In un’ottica di prevenzione”, avvertono Cecilia Costa e Giovanni Cilia, ricercatori del Crea Agricoltura e Ambiente, che hanno contribuito allo studio, “è fondamentale che tutti gli attori coinvolti nel settore apistico siano informati sulla biologia e sulle modalità di individuazione di questo acaro molto più piccolo e veloce rispetto all’acaro Varroa destructor“.