“Dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza regionale“, questo il tema principale della riunione della giunta Schifani che si è svolta oggi presso gli uffici della Presidenza della Regione. Su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo si mira alla salvaguardia del settore agricolo e zootecnico della Regione Siciliana.

Salvatore Barbagallo
“Oggi si è deliberato di estendere per un anno l‘emergenza idrica in agricoltura. In Sicilia sebbene si sono verificate piogge significative in alcune parti della nostra regione, persistono soprattutto nella Sicilia occidentale delle zone e delle aree critiche, per una distribuzione delle precipitazioni disomogenea“, ha dichiarato l’assessore Barbagallo.
In una fase delicata e critica come questa, diventa vitale un supporto di questo tipo. “Diversi serbatoi utilizzati a scopo irriguo non sono sufficientemente pieni. A ciò va aggiunto anche il fatto che l’agricoltura deve cedere acqua agli usi potabili per l’emergenza e in alcune aree questo ci impone di avere degli strumenti più veloci ed efficaci, quali l’emergenza idrica per poter operare“.
Grazie al provvedimento viene prorogata l’autorizzazione, attraverso l’adduttore consortile S. Carlo-Castello, la cosiddetta “Bretella”, al trasferimento dei volumi idrici dalla diga Gammauta verso la diga Castello. Tramite questa procedura sono stati trasferiti fino ad oggi circa 2 milioni di mc d’acqua alla Diga Castello, il cui utilizzo è ad uso promiscuo: è sia fonte di approvvigionamento idrico per uso potabile che, per uso irriguo.
Nella seduta di oggi, inoltre, è stato nominato Fulvio Bellomo come commissario delegato alla realizzazione degli interventi necessari per affrontare, gestire e superare lo stato di crisi e di emergenza.
“Esprimo viva soddisfazione per la nomina del dirigente generale Fulvio Bellomo – afferma l’assessore Barbagallo – Ritengo che il nuovo commissario potrà dare impulso per la realizzazione degli interventi emergenziali in agricoltura finalizzati al superamento di situazioni di criticità“.
L’acqua che scarseggia e che lascia a secco i rubinetti di casa, che inaridisce i campi e le colture, come ormai capita in tutte le estati in Sicilia. L’emergenza siccità è attuale più che mai.
Quello della Sicilia è stato il territorio maggiormente colpito dal deficit di precipitazione (-25%) dove, nel 2024, sono caduti poco più di 500 mm di pioggia, corrispondenti a circa 13 miliardi di metri cubi, rispetto a una media annua sul lungo periodo 1951-2024 di circa 665 mm, corrispondenti a 17,2 miliardi di metri cubi di precipitazioni totali. Ciò è quanto viene fuori dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Questo ha portato una crisi che ha coinvolto tutti. Ci troviamo al momento in una fase di valutazione della situazione per capire cosa ci aspetta questa estate. In merito la Cabina di Regia si riunirà il 7 e l’8 maggio.
Al momento, nella parte orientale dell’Isola il problema è marginale e ridotto, l’Ancipa ha raggiunto la sua massima capacità e per quanto riguarda gli affluenti dovrebbero tirare un sospiro di sollievo. Qualche problema invece permane sulla Sicilia occidentale, a Palermo, Trapani, anche un po’ Agrigento, dove l’acqua delle dighe non ci lascia grandi preoccupazioni per quanto riguarda il settore potabile, ma per quello irriguo ci sono risorse contingentate, prevedendo quindi un’estate poco serena per l’agricoltura.
L’Ancipa, infatti, nel mese di aprile ha raggiunto i 27,05 mmc. Il lago Arancio 8,76; il Castello 9,57; il Cimia 1,20; il Comunelli 0,09; il Disueli 0,42; il Don Sturzo 39,69; il Fanaco 3,91; il Furore 1,62; il Gammauta 0,27; il Garcia 19,02; il Gorgo 0,49; il Lentini 100,44; il Nicoletti 4,71; l’Olivo 4,35; il Paceco 3,14; il Piana degli Albanesi 10,77; il Piano del Leone 3,52; il Poma 28,39; il Pozillo 32,30; il Prizzi 4,07; il Ragoleto 8,82; il Rosamaria 20,56; il Rubino 4,33; il San Giovanni 8,21; il Santa Rosalia 12,93; lo Scalzano 7,27; lo Sciaguana 5,16, il Trinità 3,62 e il Zafferana 0,07.
Le riduzioni che erano già state disposte e programmate al momento non saranno modificate, ma si aspetta il futuro con la stagione più calda, e con l’afflusso turistico, dove ci saranno esigenze differenti. Una situazione in divenire, che deve attendere le prossime settimane. L’estate 2025 sarà disastrosa come lo è stata quella scorsa? Non ci resta che attendere.