La più grande analisi mai condotta fa risalire alla nascita dell’uva e del vino, una delle bevande che maggiormente hanno caratterizzato la storia dell’umanità.
Lo studio è nato grazie alla collaborazione del Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dall’ Università di Milano, Milano-Bicocca e Mediterranea di Reggio Calabria con il gruppo internazionale guidato dall’Università agraria cinese dello Yunnan, Laboratorio statale di genomica agraria di Shenzhen e Accademia Cinese delle Scienze di Pechino.
La nascita del vino è direttamente riconducibile alla storia stessa dell’umanità. Infatti possiamo dire che ogni vicenda politica e di potere ha avuto le proprie storie di vino, più o meno legate agli eventi stessi che hanno segnato il corso dei secoli.
L’origine dell’uva però e del vino stesso è sempre stato un mistero. Fino ad oggi! Due eventi sono stati emblematici, separati geograficamente da più di 1.000 chilometri ma simili nel risultato, avvenuti in Asia occidentale e nella regione del Caucaso, al confine tra Asia ed Europa. Il primo è avvenuto circa 11mila anni fa, in concomitanza con l’avvento dell’agricoltura e il secondo 4mila anni più tardi.
Sono stati raccolti da tutto il mondo ed esaminati circa 3mila campioni di varietà provenienti da esemplari mai documenti prima. I ricercatori hanno ricostruito nel dettaglio il Dna del progenitore della vite selvatica, che è servito da punto di riferimento. In questo modo è stato possibile identificare alcuni geni relativi a colore, consistenza dell’uva e sapore che potrebbero aiutare i viticoltori a migliorare i loro prodotti e rendere la loro uva più resistente ai cambiamenti climatici.
L’uso di un test del dna sul vino è già stato utilizzato in precedenza per risalire alle tipologie di vitigni usati e questa tecnica è chiamata Wine dna fingerprint (Wdf), letteralmente significa impronta digitale del vino.
Si tratta di una tecnica messa a punto dall’Università di Siena alcuni anni fa e che al tempo fece parlare di sé dopo il perfezionamento del metodo di autenticazione molecolare dei vini conclusasi nel 2016. Lavoro di ricerca che è stato svolto dall’Università di Siena in collaborazione con il dipartimento di Computer Science and Technology presso l’Università di Cambridge.
Il Wdf è una metodica universale e può rintracciare la presenza di qualunque vitigno nel vino purché se ne conosca il profilo genetico.
Le principali ipotesi sostenevano che la coltivazione della vite da vino (Vitis vinifera) fosse nata da un’unica domesticazione della varietà selvatica (Vitis sylvestris), avvenuta in Asia occidentale prima dell’avvento dell’agricoltura e che le varietà di uva da tavola fossero arrivate solo molto più tardi.
In ogni caso, il vino rimane il prodotto più utilizzato nelle tavole italiane, che accompagna pranzi, cene e chiacchiere. Il vino è cultura, tradizione e innovazione.