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Il presidente dell’Istituto Regionale Vini e Oli: “i prezzi in questo momento sono critici”
di Vincenzo Roberto Cassaro

L’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia ha condotto, durante il 2020, una vasta attività di controllo e certificazione sull’intero territorio isolano, riscontrando soltanto 24 non conformità. L’Istituto, infatti, ha pubblicato una relazione sull’azione svolta e dal documento emerge che, per quanto riguarda il settore enologico, in riferimento ai vini DOP e IGP, sono stati effettuati 1490 controlli su 1517 previsti, cioè ben il 98,2%.

L’area che ha registrato un maggior numero di certificazioni è quella etnea, con ben 418, seguita da Marsala con 109 certificazioni e Pantelleria con 51. L’imbottigliamento nel 2020 perde invece in media l’8,3%. Per quanto riguarda il comparto dell’olio il DOP Valdemone ha ottenuto 4 certificazioni nel 2020, mentre nell’anno precedente non aveva ottenuto alcuna certificazione. Per IGP Sicilia, nel 2020 le certificazioni sono state 202, a fronte delle 140 nel 2019.

Il presidente dell’Istituto Regionale Vini e Oli, Sebastiano Di Bella, sulle poche non conformità riscontrate, attraverso l’attività di controllo, ha affermato che “è la dimostrazione che da un punto di vista tecnico i vini da noi controllati sono pressoché ineccepibili” e che “c’è un lavoro da parte delle aziende che fanno il loro mestiere dal punto di vista tecnico e c’è dall’altra parte il nostro controllo che è molto severo e certifica il lavoro qualitativamente di alto livello delle aziende siciliane“. Di Bella ritiene che “i controlli e la certificazione vengono effettuati da un soggetto terzo. Mentre in molte altre parti d’Italia, dove comunque viene fatto un lavoro ineccepibile di controllo ma da parte delle aziende private, invece nel nostro caso i controlli vengono effettuati da un soggetto pubblico che non ha degli interessi, se non che la tutela della qualità del prodotto“. E ancora “la Sicilia è tra le poche Regioni in Italia che godono di un controllo da parte di un soggetto terzo. La terzietà del soggetto è una garanzia d’indipendenza“.

Naturalmente ci si chiede in che misura il comparto del vino abbia retto alla pandemia da covid-19, quale sia la situazione attuale della filiera del vino e soprattutto quale sia la salute delle cantine siciliane che producono vini DOP e IGP. Secondo il presidente dell’Istituto “bisogna vedere come si sono comportati i singoli attori. L’impatto che ha avuto sulla grande impresa, sulla media e sulla piccola impresa. E poi bisogna distinguere tra quelle aziende che lavoravano sul canale Oreca e quelle sulla GDO“. Proseguendo sottolinea che le aziende che “hanno retto meglio sono i grossi soggetti che erano già presenti nel mercato della GDO, cioè della Grande Distribuzione Organizzata, per gli altri invece ci sono grossi problemi“.

Dalla relazione dell’Istituto emerge anche una certa attenzione e sensibilità per la ricerca e la sperimentazione nel campo del vino e dell’olio. Un impegno che la dice lunga su come il settore enologico e dell’olio siano fondamentali per l’economia isolana. Di Bella ha ricordato che “abbiamo due Convenzioni, una con l’Istituto del CNR e una con la Facoltà di Agraria di Palermo. Abbiamo creato negli ultimi mesi – prosegue il presidente – una rete di cui fanno parte 47 ricercatori siciliani, di cui 3 ricercatori dell’Istituto, circa mezza dozzina del CNR e tutti altri sono ricercatori di Palermo, Catania e Messina“.

Quindi un mondo del vino e dell’olio che guardano continuamente all’innovazione e al futuro. “L’Istituto nel passato – ricorda Di Bella – ha avuto una tradizione nella ricerca. C’è stata poi una pausa che è durata circa 10 anni. Adesso stanno riprendendo questa tradizione. La ricerca è necessaria in qualsiasi campo, in qualsiasi momento ma soprattutto ora che si parla di transizione ecologica, di cambiamento climatico. Una sfida quindi che comporta l’adattamento, l’adeguamento alle nuove condizioni“. Quindi un forte focus da parte dell’Istituto sul tema ambientale e climatico, affinché la presenza delle società umane che sia più sostenibile per la salute del nostro pianeta. “Assolutamente. Non a caso abbiamo fatto un quarto gruppo di ricerca che è quello sulla lavorazione degli scarti, quindi l’economia circolare. Ed è il gruppo col maggior numero di ricercatori“.

Sulla situazione attuale delle aziende vitivinicole produttrici di DOP e IGP, il presidente Di Bella ha messo bene in chiaro che “la crisi è ancora in corso, anzi, penso che quest’anno sia peggio dell’anno scorso. C’è un eccesso di prodotto che è stoccato nelle cantine. Bisogna evitare che il mercato s’ingolfi e che i prezzi precipitino. I prezzi in questo momento sono critici. Il quadro non è per niente brillante. I grossi presenti nel GDO hanno retto, gli altri hanno grossi problemi, ci sono molte cantine con le vasche piene“.

Su cosa il presidente dell’Istituto Regionale Vini e Oli auspichi per il futuro, affinché si possa superare nel miglior modo possibile il momento difficilissimo, ha dichiarato che “quello che noi chiediamo è una forte azione a livello regionale ma soprattutto a livello di Bruxelles e di Roma” e che soprattutto “ci vogliono soldi, ci vuole che una parte del prodotto come hanno fatto i francesi che negli scorsi mesi hanno tolto una buona percentuale di prodotto dalle cantine a un prezzo accettabile, che non sia troppo basso“. E rimarca ancora che “il vino non è soltanto un comparto importante dell’economia ma il vino è anche cultura“, quindi meriterebbe la giusta attenzione da parte di tutti.

In conclusione, Di Bella ha segnalato la necessità “di lavorare sulla ricerca, di aiutare le imprese siciliane ad essere meglio presenti su alcuni mercati strategici e consolidare il brand Sicilia. Bisogna far sapere a molti più consumatori che in Sicilia, oltre ai cannoli, oltre alle bellezze artistiche, si fanno ottimi vini che sono competitivi con quei vini delle aree delle regioni più importanti del mondo. Però questo bisogna farlo capire alle persone. Per fare tutto ciò, auspico delle azioni congiunte con altri dipartimenti della Regione siciliana, come quelli dei Beni Culturali e del Turismo“.

 

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