Sicilia Rurale

“I TESORI DELLO IONIO”: Giardini Naxos tra la valorizzazione della risorsa mare e l’antica tradizione dell’artigianato CLICCA PER IL VIDEO

Dal mare all’artigianato fino alla gastronomia: Giardini Naxos e tutte le sue sfaccettature sono il focus della terza puntata de i “I TESORI DELLO IONIO”. 

Dopo aver scoperto l’unicità del tessuto produttivo delle Gole dell’Alcantara (CLICCA QUI) e di Castelmola (CLICCA QUI) abbiamo fatto tappa nel primo e antichissimo insediamento greco in Sicilia, fondato nella seconda metà dell’ottavo secolo a .C. e dalla lunga, travagliata e affascinatene storia. Prosegue dunque il viaggio, alla scoperta del variegato e colorato mondo delle attività produttive siciliane, del nuovo format web-tv, progetto cofinanziato dalla Regione Siciliana, dall’Assessorato alle Attività Produttive, che rientra all’interno dell’iniziativa “Sicilia che piace – 2024”, e in onda su ilSicilia.it, Siciliammare.it e Siciliarurale.eu. Un lungo itinerario, tra le eccellenze e le bellezze della nostra Isola, con un focus particolare sul versante orientale, dalle risorse naturali ai beni culturali, senza dimenticare la necessità di coniugare uno sviluppo sostenibile, al passo con l’attualità dei nostri giorni, ma sempre attento a valorizzare le tradizioni del passato.

Tra le maggiori sfide che Giardini Naxos sta affrontando c’è sicuramente quello della destagionalizzazione. Per andare di pari passo con le nuove esigenze, dettate dai tempi attuali, la città e la sua amministrazione hanno adottato una serie di misure per accogliere e ospitare i turisti tutto l’anno. Come? Puntando e scommettendo sulle tante opportunità che il territorio di Giardini è in grado di offrire. Prima fra tutte la “risorsa mare” e l’organizzazione di eventi e festival tematici che hanno già riscosso grande successo.

Ma Giardini Naxos può contare anche su una lunga tradizione artigianale, come abbiamo potuto riscontrare osservando le opere contenute all’interno del laboratorio del maestro Turi Azzolina, e sul proprio patrimonio archeologico. Il sito dell’antica città si estende, infatti, per circa quaranta ettari tra il torrente Santa Venera a ovest e l’ampia baia ad est un tempo porto della colonia.

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