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I social media e la morte della lettura: come stiamo bruciando i nostri cervelli
di Alexsandra Taormina

Diciamocelo: i social media ci hanno preso in ostaggio. In cambio di una rapida dose di dopamina, abbiamo scambiato i capolavori della letteratura con scrollate compulsive sul telefono. Una scelta brillante? beh, se la vostra ambizione è diventare campioni mondiali di “tempo perso”, allora sì. Ma se aspirate a qualcosa di più dell’arresto cerebrale, forse è il caso di rivalutare le vostre, le nostre, priorità.

La lente discesa nel nulla digitale

Secondo un recente articolo del Financial Times, leggere un libro è ormai un’arte perduta. Gli studenti di letteratura, un tempo gladiatori intellettuali pronti ad affrontare le 1.000 pagine di Infinite Jest, oggi arrancano per finire anche un romanzo breve. I docenti lamentano che assegnare grandi titoli e saggi agli studenti è diventato un atto di sadismo accademico. E, se questo vi sorprende, sappiate che quasi la metà degli adulti non legge più per piacere.

Ma chi può biasimare questa massa di lettori caduti? i social media ci hanno riplasmato il cervello. Ogni “like”, ogni notifica, ogni stimolo visivo agisce come una piccola esplosione chimica nel nostro sistema dopaminergico. Nel confronto, sfogliare le dense pagine di Ulisse sembra un’impresa titanica, un po’ come arrampicarsi sull’Everest senza bombola d’ossigeno.

Il valore della lettura profonda

Eppure, i benefici della lettura sono chiari. Nonostante la fatica iniziale, gli studi dimostrano che bastano sei minuti di lettura per ridurre i livelli di stress del 66%. I lettori abituali dormono meglio, si concentrano di più e mostrano una maggiore creatività. La neuroscienziata Maryanne Wolf spiega che, mentre la lettura è un’abilità appresa, la nostra plasticità cerebrale funziona in entrambe le direzioni. Traduzione? Se smettiamo di leggere, perdiamo la capacità di farlo bene.

E non si tratta solo di leggere di più, ma di leggere meglio. Un buon libro è una conversazione silenziosa con un autore, un invito a pensare più profondamente, a sviluppare empatia e a esercitare il pensiero critico. Qualità che, nel panorama digitale odierno, sono praticamente in via d’estinzione.

Come riprendere il controllo

Vi sentite sopraffatti dall’idea di affrontare un tomo gigantesco? nessun problema. Iniziate con qualcosa di più breve. Racconti, novelle, audiolibri: tutto va bene per risvegliare quel muscolo cerebrale ormai atrofizzato. Create un angolo di lettura confortevole, tenete un diario delle vostre riflessioni e, per amor di Dio, spegnete il telefono.

E se proprio non potete resistere alla tentazione di combinare lettura e multitasking, fate come la biblioterapista Ella Berthoud: leggete mentre fate Hula-Hoop. Sì, avete letto bene. Perché non trasformare il vostro corpo in una metafora vivente della concentrazione dinamica?

 

I social media non spariranno, ma possiamo scegliere di limitarne l’impatto. Provate a sostituire un’ora al giorno di scrolling con un libro. A conti fatti, si tratta di circa un libro a settimana. E con questo ritmo, non solo recupererete il vostro cervello, ma entrerete nell’élite mondiale dei lettori. Moby Dick vi aspetta. TikTok può aspettare.

E ora scusate, ho un libro da leggere.

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