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I legumi alleati di salute e ambiente, ma ancora poco utilizzati
di redazione siciliarurale

I legumi sono una buona fonte di proteine di origine vegetale e sono ricchi di micronutrienti, in particolare vitamine del gruppo B, ferro e zinco, e di fibra.

Riducono il rischio di malattie cronico-degenerative, come malattie cardiovascolari, obesità, diabete, alcune tipologie di cancro e sono un alimento alla base della dieta mediterranea. Ma oggi sono poco utilizzati.

Nonostante i numerosi benefici riconosciuti ai legumi, a livello mondiale si registrano bassi dati di consumo. Il consumo annuo globale di legumi è in media di 7,77 kg pro capite. Il consumo più elevato si registra in Africa (11,46 kg pro capite) e il più basso in Europa (2,97 kg pro capite).

Al contempo, i dati indicano che nelle regioni del Sud Italia e tra i partecipanti fisicamente più attivi la probabilità di rispettare tale raccomandazione era invece più alta. Ed ancora: il consumo medio giornaliero di legumi in Italia è 9 g al giorno ed una proporzione simile è stata rilevata nella fascia dei bambini e degli anziani, mentre valori inferiori sono stati osservati tra gli adolescenti (25%) e gli adulti (29%).

Da un punto di vista nutrizionale, i legumi rappresentano una buona fonte di proteine di origine vegetale e sono ricchi di micronutrienti, in particolare vitamine del gruppo B, ferro e zinco, e di fibra. Ciò li rende importanti componenti di una dieta sana in grado di ridurre il rischio di malattie cronico degenerative. L’elevato valore nutrizionale, unito al costo contenuto, fa dei legumi un alimento ottimale anche in termini di sostenibilità economica. I legumi, inoltre, rappresentano un alimento alla base della Dieta Mediterranea. Alla luce di ciò risulta necessario sensibilizzare tutti sull’importanza di aumentare il consumo di legumi, riducendo quello delle fonti proteiche di origine animale. Promuovere una dieta sempre più vegetale rappresenta un passo essenziale per tutelare la salute dell’uomo e del pianeta.

I legumi, infatti, hanno la capacità di migliorare la fertilità dei terreni e di contribuire a fissare l’azoto atmosferico, consentendo di ridurre l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Questo, oltre al basso impiego di risorse idriche per la loro coltivazione e alle ridotte emissioni di gas serra, ne fa alimenti a basso impatto ambientale.

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