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Guerra e pandemia spingono il ritorno in campagna. Più studenti per i corsi agricoli
di Roberta Mannino

giovani imprenditori agricoli

Guerra e pandemia spingono il ritorno in campagna con gli studenti italiani che hanno preso d’assalto gli indirizzi agricoli delle scuole superiori, con un incremento negli ultimi due anni del 36% delle iscrizioni agli istituti professionali rispetto al 2019, prima della pandemia. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Miur in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le giovani imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani della ripresa del Paese, alla vigilia della Giornata mondiale della Terra.

 

L’emergenza Covid prima e il conflitto in Ucraina poi, con le tensioni e i blocchi degli approvvigionamenti di cereali e mezzi di produzione, hanno messo in luce – evidenzia Coldiretti – la strategicità del cibo e l’importanza per un Paese di garantirsi l’autosufficienza alimentare, potenziando la catena produttiva agricola. Il risultato è una nuova convinzione che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Un profondo cambiamento di cui al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.

 

Il trend fotografa il nuovo impegno dei giovani per far fronte alle sfide future, in particolare, quelle legate ai temi dell’autosufficienza alimentare dell’innovazione in agricoltura, della sostenibilità e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Il settore oggi necessità di nuove professionalità con competenze che possono essere acquisite solo attraverso un’interazione tra discipline di diversa natura. Un percorso necessario in considerazione del dinamismo verso cui, da anni, si sta spingendo il comparto agroalimentare italiano. Se si sale peraltro al livello universitario sono oltre 50 i nuovi percorsi attivati nei diversi ambiti disciplinari lungo la penisola, nelle varie facoltà. Si va – conclude Coldiretti – dalle Biotecnologie per la Gestione Ambientale all’Agricoltura Sostenibile, dall’Agricultural engineering al Precise And Sustainable Agriculture, dall’ Enogastronomia d’Impresa fino ad arrivare al benessere animale con il corso di laurea dedicato all’Animal Care.

 

“I giovani, prima e meglio di altri, hanno capito che l’Italia per crescere deve tornare ai valori concreti e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il cibo, del quale oggi è a tutti chiara la strategicità” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “che l’agroalimentare italiano offre una prospettiva di nuove e interessanti prospettive di futuro per chi sa esprimere la propria creatività a contatto con la natura”. “E nelle classi non ci sono solo figli di famiglie agricole ma sempre più anche giovani appassionati con genitori lontani dal mondo della terra” precisa Veronica Barbati Delegata dei giovani Coldiretti nell’evidenziare che sono “molte le possibilità di studio offerte: dalla zootecnia al lattiero caseario, dalla coltivazione di cereali a quello della frutta, passando dalla viticoltura e dal vino all’olio di oliva, dallo studio di boschi e foreste fino al vivaismo ma non mancano neppure le nuove frontiere della multifunzionalità, dall’agriturismo alla vendita diretta”.

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