(di Luigi Noto) L’Antitrust ha aperto un’istruttoria nei confronti di Sis spa, una delle principali imprese sementiere italiane. L’indagine mira a verificare un presunto abuso della sua maggior forza commerciale nei confronti delle imprese agricole interessate a produrre grano della varietà “Senatore Cappelli“.
È la stessa Autorità garante per il commercio e la libera concorrenza a darne notizia in una nota in cui spiega che “il procedimento è volto ad accertare eventuali violazioni dell’art. 62 del decreto legge n. 1/2012, che disciplina le relazioni commerciali nella filiera agro-alimentare”.
Le segnalazioni all’Antitrust sarebbero arrivate da più fronti. Di sicuro le avevano fatte nei mesi scorsi sia Confagricoltura che il Movimento 5 Stelle.
L’istruttoria, che è stata avviata con l’ispezione nelle sedi della Sis dei funzionari dell’Antitrust, coadiuvati dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, dovrebbe chiudersi entro luglio di quest’anno.
Per l’Antitrust Sis “avrebbe subordinato la fornitura delle sementi del grano Senatore Cappelli – di cui ha l’esclusiva in base a un contratto di licenza stipulato nel 2016 con il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – alla riconsegna da parte dei coltivatori del grano prodotto, ritardando inoltre, o addirittura rifiutando in alcuni casi, la consegna delle sementi. Ancora, a partire dal 2016 Sis, senza apparente giustificazione, avrebbe sensibilmente aumentato i prezzi delle sementi della varietà”.
Soddisfazione per l’iniziativa dell’Antitrust è stata espressa dall’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao: «Non ci si può appropriare silenziosamente di un patrimonio collettivo degli agricoltori del Sud Italia. Per questo, in seguito alle numerose segnalazioni ricevute, ho inviato tutta la documentazione all’Antitrust e ho interrogato direttamente la Commissione Ue». La stessa che a novembre scorso si dichiarò “incompetente” e rinviò la questione alle autorità italiane.
«Se fosse confermato l’abuso di posizione dominante dell’azienda sementiera – spiega Corrao – sarebbe molto grave, perché dimostrerebbe che il monopolio ha danneggiato irrimediabilmente centinaia di produttori accaparrandosi un patrimonio agricolo collettivo».
Alcuni mesi fa, lo stesso Corrao aveva denunciato: «Non si tratta di un brevetto o di una varietà nuova su cui dei privati hanno investito le proprie risorse finanziarie e cercano di recuperare l’investimento sul mercato ma, piuttosto, potremmo essere di fronte alla svendita del patrimonio pubblico ad un solo soggetto libero di imporre le proprie condizioni».