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Grano duro: rese oltre la media sulle Alte Madonie, ma prezzi ancora giù
di Antonio Schembri

L’assenza di piogge dello scoorso inverno, insieme con alcune precipitazioni arrivate nel momento giusto nei mesi successivi, hanno aiutato il comparto del  grano duro, che in queste settimane si sta trebbiando nell’area delle Madonie. Dai dati raccolti dalla Cia (Conferderazione Italiana Agricoltori) Sicilia Occidentale  emerge il dato positivo relativo alle rese di quest’anno rispetto a quelle del 2019, che hanno superarto i livelli medi oltre che di quantità amche in ordine alla  qualità, reputata ottima per quest’anno. Resta però il nodo dei prezzi, in riduzione rispetto a un anno fa.

Stando al dettaglio dei dati diramati dalla Cia, nelle Alte Madonie la resa media si è attestata tra i 40 e i 50 quintali di grano duro per ettaro, raggungendo punte di 70 quintali nell’area di Tremonzelli. Nella stessa zona, la resa del frumento coltivato in regime biologico si aggira invece sui 30-35 quintali per ettaro. Dati che per gli agricoltori madoniti rappresentano un netto miglioramento rispetto al 2019 quando l’Istat rilevava negli 80.000 ettari di terra coltivata a grano duro nell’intera provincia di Palermo palermitana una resa di 26 quintali, per un totale di 2,1 milioni di quintali raccolti.

Di segno diverso invece il trend delle coltivazioni di foraggio che nel comprensorio madonita hanno fatto evidenziare un andamento decisamente più irregolare. Il clima, più generoso in inverno e primavera, nell’area di Valledolmo e delle Petralie ha fatto registrare una buona media di 30 balle (da 250 kg) per ettaro, qualcosa in meno invece nelle altre zone.

Chiusasi maniera positiva la partita su quantità e qualità, adesso i produttori devono affrontare la solita battaglia sui prezzi. Come ogni anno, alla vigilia della trebbiatura, in Sicilia sono sbarcate navi con enormi quantità di grano che hanno di fatto abbassato il prezzo che, stando agli ultimi dati Ismea , aggiornati a fine giugno, è sceso da 31 euro a 26 euro al quintale. Molto basso anche il prezzo del grano bio, che accusa solo una lieve differenza con il prezzo del grano duro semplice. In Puglia, dove si è registrato un crollo produttivo del 40%, il prezzo in questi giorni è di 31 euro/quintale.

Ci aspettiamo che il mercato riesca ad offrire ai nostri produttori di grano un prezzo che consenta di recuperare le grosse perdite delle ultime due annate”, ha commentato Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale. “Chiediamo alla Regione – ha aggiunto Cossentino – di tenere alta la guardia sui flussi di grano che arrivano in Sicilia, di dubbia provenienza e di dubbia qualità. Oltre a immettere nel mercato un prodotto ben al di sotto degli standard del grano duro siciliano, le quantità di frumento importato influiscono negativamente sull’economia dei produttori siciliani, esponendoli ai rischi del mercato”.

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