(di Angela Sciortino) L’ultima notizia circa controlli effettuati sulle navi cariche di grano attraccate nei porti siciliani, risale a poco meno di un anno fa. Fece notizia (era il 16 marzo 2018) il blocco del carico di 5mila tonnellate di grano duro prodotto in Kazakistan che, partito da Novorossijsk, il principale porto russo sul mar Nero, doveva essere scaricato nel porto di Pozzallo.
Di ieri è, invece, un nuovo comunicato della Presidenza della Regione in cui viene data notizia di una nave, la “Vitosha”, battente bandiera maltese e affidata a una compagnia marittima bulgara, che è attraccata al porto di Pozzallo nel Ragusano. Lì, dopo avere scaricato al porto di Bari 20 mila tonnellate di grano duro, avrebbe svuotato le stive e consegnate le restanti 8 mila tonnellate del carico fatto in Canada e destinato ad alcuni mulini dell’Isola.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, in questa occasione ha usato le medesime parole per commentare la notizia: «Tolleranza zero con chi pensa di introdurre in Sicilia merce non in regola con le norme sanitarie, specie se si tratta di prodotti destinati all’alimentazione». E ha continuato: «Abbiamo intensificato i controlli e ringrazio di questo il Corpo forestale e il Servizio fitosanitario regionali che da questo governo hanno avuto direttive chiarissime in merito. Vogliamo, da un lato, salvaguardare la salute dei cittadini, dall’altro tutelare i nostri produttori agricoli».
Non è un caso che il comunicato in cui il governatore Musumeci ribadisce che “prosegue costante l’attività di controllo della Regione Siciliana sui prodotti agroalimentari“ coincida con un momento piuttosto critico per il settore primario dell’Isola dove, alla protesta degli allevatori, si stanno unendo anche i cerealicoltori (è successo al Dittaino domenica 17 febbraio) e i serricoltori (a Vittoria, nel pomeriggio di oggi, 22 febbraio).
Dall’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera la conferma: «In un momento di particolare crisi, relativa ai prezzi del frumento e del latte si intensifica l’attività di verifica della Regione a tutela della salute pubblica e degli interessi degli agricoltori. Azioni strette sui controlli, limitando la concorrenza sleale, alla quale sono state per anni sottoposte le produzioni agricole siciliane, consentono altresì di porre in essere attività di tutela dei livelli dei prezzi e di salvaguardia dei nostri prodotti».
Non è stato dato rilievo alla notizia, ma secondo quanto diffuso con la nota di ieri della Presidenza della Regione, sui prodotti agroalimentari in import/export in Sicilia nel 2018 sono stati effettuati oltre 1.300 controlli nei porti, aeroporti, grande distribuzione alimentare (Gdo), mercati all’ingrosso e magazzini. Il Servizio fitosanitario regionale e di lotta alla contraffazione ha effettuato più di un centinaio di controlli nelle varie province dell’Isola per verificare la tracciabilità dei prodotti in import, compreso il legname. A seguito di queste verifiche, oltre al respingimento, al largo di Pozzallo, della nave carica di grano kazako, è avvenuto anche il sequestro, all’interno di un’importante catena della grande distribuzione organizzata (denunciata per frode in commercio), di limoni verdelli spacciati per biologici siciliani che, a seguito del relativo controllo, sono risultati essere di provenienza Nord africana.
La macchina dei controlli, spiegano i vertici della Regione, è stata ulteriormente rafforzata con l’istituzione presso l’assessorato dell’Agricoltura di un Tavolo tecnico multidisciplinare, cui fanno parte tutti i soggetti istituzionali che in Sicilia hanno competenza sui controlli. Un gruppo di lavoro multiforze composto da: Corpo forestale regionale, Ufficio delle Dogane, Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), Servizio fitosanitario regionale e Ispettorato centrale repressione frodi che, a partire dal 2019, effettuerà azioni sinergiche in grado di mettere insieme le differenti tipologie di controllo.