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Grano duro bio, in Sicilia via libera alla deroga: si semina ad anni alterni 
di Angela Sciortino

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(di Luigi Noto) Per il grano duro biologico in Sicilia gli agricoltori potranno adottare la rotazione quadriennale con due cicli colturali di frumento. È arrivato velocemente, e in tempo per le semine, il parere favorevole del Ministero delle Politiche Agricole che in buona sostanza permette di tornare alla tradizionale semina biennale del grano duro, che vanta una tradizione secolare e che si è spesso concretizzata nell’avvicendamento di grano duro e fava da sempre presente negli nostri ordinamenti colturali dell’isola.

La nuova versione del decreto ministeriale sull’agricoltura biologica aveva messo in allarme i cerealicoltori siciliani che temevano di non potere procedere alle semine. La norma, infatti, in pratica limitava la possibilità degli agricoltori isolani di seguire le tradizionali e consolidate rotazioni colturali in cui la coltura del grano – o di qualsiasi altro cereale – senza mai succedere a se stesso, potesse ripetersi ad anni alterni introducendo o il maggese o una sarchiata o una leguminosa. Secondo la disposizione ministeriale, infatti, è possibile coltivare grano duro biologico solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa. Il che, tradotto in parole semplici, per agli agricoltori siciliani si sarebbe tradotto nella possibilità di produrre grano duro sullo stesso appezzamento una sola volta in un triennio, con una grave penalizzazione economica.

A quanto disposto nel decreto ministeriale si ovvierà con una deroga adottata a livello regionale. A tal proposito l’assessore Edy Bandiera ha firmato un decreto supportato da adeguata documentazione tecnico scientifica redatta dai rappresentanti dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali delle Università degli Studi di Catania e Palermo in cui si dispone che “In Sicilia si consente l’adozione di rotazioni quadriennali all’interno delle quali siano previste non meno di tre specie principali differenti, almeno una delle quali leguminosa”. Dichiara l’assessore Bandiera: «È stato raggiunto un traguardo importante e molto atteso dai nostri agricoltori. Si tratta di un provvedimento fondamentale per la cerealicoltura siciliana».

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