La scienza del calcolo quantistico ha fatto un nuovo passo avanti, almeno secondo quanto dichiarato da Google. Il colosso tech ha presentato “Willow”, un chip che promette di ridurre drasticamente gli errori nei sistemi quantistici, un problema che il settore sta cercando di risolvere da quasi tre decenni. Ma è davvero il cambiamento che aspettavamo? Vediamo cosa significa questo annuncio e quanto siamo lontani dall’utilizzo pratico di questa tecnologia.
Cos’è il Quantum Computing e Perché Conta
Nel calcolo classico, i dati vengono immagazzinati in bit che possono assumere il valore di 0 o 1. Il quantum computing, invece, utilizza i qubit, che possono essere 0, 1 o uno stato intermedio grazie al fenomeno della sovrapposizione. Questo consente, teoricamente, di elaborare enormi quantità di dati in tempi incredibilmente ridotti, aprendo la strada a scoperte in medicina, scienze e finanza.
Con il chip Willow, Google sostiene di aver risolto un problema fondamentale: la gestione degli errori. “Tipicamente, più qubit si utilizzano, più aumentano gli errori, trasformando il sistema in un computer classico”, ha spiegato Hartmut Neven, fondatore di Google Quantum AI. Willow, secondo Google, riduce questi errori in modo esponenziale man mano che i qubit aumentano.
Il Traguardo di Willow: Numeri da Capogiro
Google ha testato il chip Willow con il benchmark RCS (Random Circuit Sampling), un compito complesso che sfida i computer classici. Il risultato? Willow ha eseguito un calcolo in meno di cinque minuti, un’operazione che richiederebbe ai supercomputer attuali 10 settilioni di anni—un tempo che supera l’età dell’universo!
Tuttavia, nonostante questo incredibile traguardo tecnico, gli esperti rimangono cauti. Francesco Ricciuti, associato presso Runa Capital, sottolinea che il risultato è basato su problemi “irreali” per i computer classici e non direttamente applicabili a scenari pratici. “Non è ancora il momento ‘ChatGPT’ per il quantum computing”, ha dichiarato.
Quanto È Vicino il Quantum Computing al Mondo Reale?
Attualmente, il chip Willow dispone di 105 qubit, un numero impressionante ma ancora insufficiente per affrontare i problemi complessi del mondo reale. Secondo Winfried Hensinger, professore di tecnologie quantistiche presso l’Università del Sussex, i quantum computer dovranno disporre di milioni di qubit per essere realmente utili a livello industriale.
C’è anche il problema della tecnologia utilizzata. Willow si basa su qubit superconduttori, che richiedono raffreddamento a temperature vicine allo zero assoluto, un requisito che potrebbe limitare la scalabilità del sistema.
Il Futuro del Quantum Computing Secondo Google
Google è consapevole delle sfide e ammette che il benchmark RCS non ha applicazioni pratiche immediate. Tuttavia, l’azienda punta a combinare l’avanzamento teorico con lo sviluppo di algoritmi utili per problemi commercialmente rilevanti.
“Il nostro obiettivo è entrare nel regno degli algoritmi che superano le capacità dei computer classici e che siano utili per problemi del mondo reale,” ha dichiarato Neven.
Quantum Computing: Un’Evoluzione, Non una Rivoluzione
Nonostante i limiti attuali, i progressi di Google rappresentano un passo avanti per l’intero settore. “Questo risultato aumenta la fiducia che l’umanità possa costruire computer quantistici pratici,” ha affermato Hensinger.
La strada verso un quantum computing applicabile è ancora lunga, ma il chip Willow è un tassello importante di questo puzzle futuristico. Rimane da vedere quando questa tecnologia rivoluzionaria troverà la sua prima applicazione reale. Una cosa è certa: il futuro del computing è quantistico, e ogni traguardo ci porta un passo più vicino.