(di Luigi Noto) “Le stelle non hanno padroni” è un film ambientato sulle Madonie del secondo dopoguerra. In quegli anni, con il profilarsi delle cosiddette “leggi Gullo”, il movimento contadino siciliano vede impegnati i lavoratori della terra nella lotta per le tutele sindacali e per l’affermazione dei diritti del lavoro e del miglioramento delle condizioni di vita dei braccianti. Un ruolo fondamentale nelle Madonie viene svolto dagli studenti e dai diplomati dell’Istituto Magistrale di Petralia Sottana, che ripristinano una democratica ed attiva partecipazione alla politica e alle lotte sindacali.
I due protagonisti del film, Vastiano e Turiddu, intrecciano le loro storie e le loro vite in un’unica vicenda, quella relativa al tema delle lotte contadine. Un lavoratore ed uno studente insieme, fianco a fianco, contro gli interessi degli agrari e della mafia, nella difesa della tutela dei diritti dei contadini e dei lavoratori dei campi. La militanza di un contadino, dedito al suo lavoro, da un lato, e l’attività di uno studente, dall’altro, che grazie all’istruzione, crede in una società più giusta e più solidale.
La storia si svolge nel 1947 e nel 1948, anni segnati dall’impegno e dal martirio di sindacalisti e dal grande supporto di autorevoli politici. I due protagonisti, nelle scene del lungometraggio, sono diretti testimoni dell’opera politica e sindacale di Epifanio Li Puma, Girolamo Li Causi e Pio La Torre.
Il film – diretto da Salvatore Bongiorno e interpretato da attori madoniti non professionisti ma anche da artisti del calibro di Salvo Piparo, Vincenzo Albanese e Ferdinando Gattuccio – è stato presentato nei giorni scorsi a Palermo al cinema “Vittorio De Seta”, situato all’interno dei locali dei Cantieri Culturali della Zisa. La pellicola è stata interamente autofinanziata dall’Associazione MiTerra Videolab Aps di Petralia Sottana, presieduta da Giampiero Farinella. «La nostra associazione – spiega Farinella – è nata con l’intento di promuovere e coltivare la passione per le attività di produzioni audiovisive. Nei primi anni di attività la ricerca è stata focalizzata sulle più importanti tradizioni sacre delle comunità madonite, cercando di offrire un’ampia visione dei fenomeni folkloristici-religiosi attraverso lo studio demologico». «Concluso il ciclo documentaristico delle più importanti tradizioni sacre – spiega ancora il presidente di MiTerra Videolab – abbiamo deciso di tentare un’altra esperienza, nettamente diversa da quelle precedentemente avviate, ed è nato così il corto-medio metraggio, dal titolo U juornu avanti, che parla di emigrazione e lavoro, problemi vissuti ancora oggi da tante generazioni di giovani».