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Firmato l’accordo del distretto del cibo dei Nebrodi-Valdemone
di Angela Sciortino

firma distretto del cibo Nebrodi-Valdemone

(di Redazione) Prima la proposta riguardava solo il cibo dei Nebrodi. Oggi il sodalizio ha una base più ampia e ha cambiato nome. Lo scorso 27 giugno, con la firma dell’accordo definitivo, è nato ufficialmente il “Distretto del Cibo dei Nebrodi-Valdemone”.

L’assemblea dei sottoscrittori dell’accordo del Distretto del cibo dei Nebrodi-Valdemone si è tenuta nella sala convegni della Fondazione Piccolo di Calanovella di Capo d’Orlando per iniziativa dell’Associazione Biodistretto dei Nebrodi, soggetto proponente e responsabile.

distretto del cibo dei Nebrodi

Un momento dell’assemblea in cui è stato condiviso l’accordo del Distretto del cibo dei Nebrodi-Valdemone

Il passaggio dall’areale ristretto a quello più ampio è avvenuto grazie all’attività di animazione territoriale a cui hanno fatto seguito “in corso d’opera” numerose manifestazioni di interesse. Tra queste quelle di due importanti realtà territoriali: il Gal “Tirrenico monti mare e borghi” e il gal “Peloritani-Taormina”.

Nell’assetto definitivo, il Distretto che si prepara a chiedere il riconoscimento alla Regione Siciliana, si caratterizza per interessare il territorio di ben 93 comuni ricadenti nelle province di Messina, Catania ed Enna, inglobanti integralmente i territori nelle competenze dei tre Gal: “Nebrodi Plus”, “Tirrenico monti mare e borghi” e “Peloritani-Taormina”. Le imprese agricole singole ed associate hanno sede, allo stato attuale, in 37 comuni. 

Il partenariato che si è aggregato intorno all’idea del Distretto del Cibo dei Nebrodi-Valdemone risulta particolarmente ricco ed esprime a pieno la realtà territoriale in cui andrebbe ad operare e molto funzionale ai compiti da svolgere. 

Attualmente, il Distretto risulta partecipato da: 31 Comuni sugli oltre 93 che ricadono nel Distretto perché già inseriti nel territorio coperto dai tre Gal, Camera di Commercio di Messina, Consorzio della Banca vivente del germoplasma vegetale dei Nebrodi, Consorzio intercomunale Tindari-Nebrodi , Coribia (Consorzio di Ricerca sul rischio Biologico in Agricoltura e Centro Regionale per la sicurezza dei prodotti agroalimentari), Società Science4Life (Spin-Off dell’Università di Messina), Consorzio di tutela del salame Sant’Angelo Igp, Consorzio della Provola dei Nebrodi Dop, Distretto produttivo “Dolce Sicilia”, Pro Loco riunite nell’Unpli presenti sul territorio, Presìdi Slow Food dipendenti dalle Condotte dei Nebrodi, delle Eolie e del Valdemone, Agenzia per il Mediterraneo, circa 160 agricoltori singoli od associati, svariate imprese del settore agroalimentare e associazioni di produttori agricoli.

I processi produttivi presenti nel Distretto del Cibo dei Nebrodi-Valdemone afferiscono a numerose filiere: agrumicola (“Limone della costa di Tramontana”), della frutta fresca, della frutta secca in guscio (presenza delle più importanti, estese e storicizzate coltivazioni di nocciolo), delle proteaginose (presenza di uno straordinario patrimonio di cultivar/accessioni di fagiolo), olivicola e olearia (Dop Valdemone), vitivinicola (Mamertino Doc), delle carni (suino nero dei Nebrodi, etc), e a quella floro-vivaistica molto qualificata e fiorente della costa tirrenica ancorché non specificamente contemplata nell’elenco del provvedimento assessoriale di riferimento, il D.A. 12/19.

«Con l’istituzione Distretto del cibo dei Nebrodi-Valdemone – spiega Francesco Calanna presidente del Biodistretto dei Nebrodi che ha promosso la costituzione del neonato distretto del cibo – si traguarda un obiettivo ambizioso:  raggiungere un livello organizzativo, territorialmente diffuso e progressivo, di peculiari processi produttivi di eccellenza, altamente espressivi del territorio e delle loro connessioni in altri ambiti come quelli della cultura locale della sapienza antica degli operatori agroalimentari». 

Il tutto sarà però improntato all’elevata sostenibilità ambientale e sostenuto da efficaci politiche di valorizzazione del germoplasma vegetale che caratterizza le produzioni primarie e da innovative metodiche di tracciabilità e rintracciabilità in grado di garantire il giusto valore aggiunto con la più equa distribuzione all’interno della filiere e tra le filiere stesse, oltre che da efficaci politiche di promozione.

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