(di Redazione) I più esperti sanno cos’è, ma chi con il digitale non ha molta confidenza, quando sente pronunciare la strana parola, strabuzza gli occhi e chiede di ripetere. Parliamo della Blockchain, l’evoluto e moderno sistema digitale che può essere usato per tracciare un qualsiasi prodotto lungo la filiera e che potrebbe presto mandare in pensione i sistemi di tracciabilità basati sulle evidenze cartacee delle transazioni. Per intenderci è il sistema di garanzia su cui si basano le criptovalute come il noto bitcoin.
Nel mondo produttivo è il comparto agroalimentare ad essere tra i più interessati alle applicazioni di questo sistema e la Sicilia ha già qualche marcia in più dopo che l’Ars ha recentemente approvato una norma in tema di Blockchain.
Per introdurre alla complessa materia Legacoop Sicilia ha organizzato per domani 24 ottobre (inizio ore 9,00) all’Hotel Nettuno di Catania il convegno dal titolo “Informazioni, trasparenza e certezze per la filiera. Dall’agricoltore al consumatore: la Blockchain”.
Un incontro con le cooperative agricole alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera, della deputata regionale Josè Marano (M5S) prima firmataria della legge regionale che dovrebbe presto essere finanziata e che prevede contributi per chi aderisce al sistema di controllo Blockchain e di alcuni tra i maggiori esperti nazionali di Blockchain e di filiera agroalimentare: Gian Luca Mascellino, partner di ChainForFood e Wiise Chain S.r.l. e Dario Dongo, founder di Gift (Great italian Food Trade) e FARE, piattaforma professionale dedicata all’agroindustria, alle associazioni e gli enti con competenze specifiche internazionali nelle aree legale e regolatoria. Non mancheranno la presentazione di casi studio e le testimonianze di imprenditori. Porteranno i saluti alla platea anche i deputati all’Ars Angela Foti (M5S) e Luca Rosario Sammartino (Pd).
«Abbiamo voluto creare un momento di confronto e alfabetizzazione rispetto alle nuove tecnologie – dice il presidente di Legacoop Sicilia, Filippo Parrino – ritagliando una mattinata di studio, ascolto e dibattito tra imprese, esperti e istituzioni. La difficoltà di stare al passo con le nuove tecnologie e di tutelare da frodi il prodotto siciliano rappresentano il freno più evidente per le imprese siciliane e la loro capacità di incidere sui mercati, nonostante l’agroalimentare sia una delle voci economiche con maggiori potenzialità sull’Isola con un contributo al Pil, pari al 5,3% e un valore dell’export di circa 1,2 miliardi di euro”.