(di Luigi Noto) Tra Dop e Igp può vantare ben 30 prodotti a marchio, ma la quota di mercato che appartiene alla Sicilia è ancora troppo piccola: solo 45 milioni di euro, secondo i dati Ismea del 2017. Nulla in confronto a 1,5 miliardi di euro che riesce a fare la Lombardia con 34 prodotti a marchio territoriale e ai 2,7 miliardi di euro che fa l’Emilia Romagna con 43 prodotti certificati. Per il vino siciliano le performance sono migliori: 126 milioni con 31 certificazioni, ma anche in questo caso il confronto con il Veneto – 1,2 miliardi di valore con 53 tra Docg, Doc e Igt – non regge.
C’è dunque, molto spazio per le produzioni di qualità siciliane. Serve però valorizzare in maniera concreta le filiere certificate siciliane, puntando su biodiversità e qualità dei prodotti. E soprattutto fare in modo che le produzioni dell’Isola certificate con i vari marchi – Igp, Dop, Igt, Doc e Docg, biologico – possano avere un ruolo di rilievo nel mercato agroalimentare nazionale e internazionale, generando così un valore economico che al momento è davvero troppo contenuto. Rimarrà però da capire se è possibile e come fare, ad aumentare i volumi delle produzioni certificate a marchio territoriale, visto che in non pochi casi sono state approvate richieste di denominazioni che hanno una base produttiva decisamente esigua e che spesso non è nemmeno facilmente ampliabile.
Allo sviluppo dell’offerta delle produzioni d’eccellenza dell’Isola punta la IV edizione della Fiera della Biodiversità certificata, in programma da venerdì 9 a domenica 11 all’Orto Botanico a Palermo. Quest’anno gli organizzatori della Fiera hanno scelto di affrontare un tema fondamentale per l’agricoltura siciliana: la promozione e lo sviluppo delle filiere certificate come elemento centrale dell’economia agricola dell’Isola e come garanzia di qualità per il consumatore.
La manifestazione è realizzata dalla società di comunicazione Adv Maiora capofila del finanziamento, da Idimed, dall’Università degli Studi di Palermo e da Agroqualità spa che hanno attinto alle risorse dell’Avviso Pubblico “Modalità e criteri per la predisposizione del programma annuale di attività promozionale per l’anno 2018” emanato dal Dipartimento Regionale delle Attività Produttive – Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – Print – Piano di azione 2016/2018.
La Fiera vuole essere da un lato “vetrina” dei prodotti certificati siciliani per favorirne lo sviluppo commerciale e per renderli sempre di più fattore di attrattività turistica in una logica di destagionalizzazione dei flussi. Ma dall’altro punta all’analisi del settore per evidenziarne potenzialità ma anche criticità che ne bloccano un pieno sviluppo. Di questo si parlerà nei tavoli di discussione ai quali si siederanno imprenditori, istituzioni, enti di certificazione, mondo dei media ed esempi virtuosi delle produzioni certificate, tra cui gli oli, la frutta, i formaggi i trasformati, i vini, le orticole. «L’obiettivo della Fiera – spiega Paolo Inglese, coordinatore dei corsi di studio in Scienze e tecnologie agroalimentari – è legato alla necessità di passare dalle parole ai fatti nella valorizzazione reale di questa biodiversità. Il valore e le quote di mercato delle filiere certificate siciliane sono ancora troppo bassi e quindi occorre capire cosa fare per migliorare queste performance».
Le aziende possono avere grandi benefici dalle certificazioni di qualità se queste vengono opportunamente valorizzate, come spiega Dario Bagarella, responsabile commerciale per l’Italia di Agroqualità spa: «Le certificazioni volontarie di prodotto rappresentano oggi i principali strumenti operativi utili ad attestare e valorizzare le caratteristiche qualitative e le peculiarità di un prodotto o di un gruppo di prodotti, coinvolgendo tutti gli attori delle filiera agroalimentare, dal produttore agricolo all’azienda di trasformazione. Il riconoscimento internazionale di questi standard conferisce inoltre alle aziende certificate una forte visibilità, maggiori sbocchi commerciali e un ottimizzazione dei processi e delle risorse aziendali. Le certificazioni maggiormente diffuse oggi sono quelle definibili come certificazioni B2B sempre più richieste dalla gdo e apprezzate dai consumatori».
Sul fronte delle iniziative, oltre a convegni e workshop, verranno organizzati anche laboratori di degustazione e momenti formativi «per accorciare la distanza tra produzione di qualità e consumatori consapevoli – spiega Francesca Cerami, direttore di Idimed – Idimed organizzerà, grazie alla sua partnership pubblico-privata, sei laboratori di degustazione: carni di Sicilia, formaggi d’autore, cioccolato di Modica, grani e pani, eccellenze di latte e dolci della tradizione a base di mandorle e pistacchi. La partecipazione è gratuita ed è finalizzata a promuovere cultura, salute e territorio».
Daniele Cipollina, amministratore di Adv Maiora e presidente della rete d’imprese Gustoso Sicilia Food Excellence, sottolinea «la connotazione su scala nazionale data a questa quarta edizione della Fiera, sia nella scelta dei relatori che nei media partner che sostengono la manifestazione. L’obiettivo, infatti, è di sviluppare una maggiore sensibilità verso la ricerca di legami e relazioni inter-organizzative con altri partner superando un tradizionale atteggiamento individualista. In questa direzione nasce la collaborazione con la rete Gustoso Sicilian Food Excellence attraverso innovative ed efficaci soluzioni di cooperazione per meglio migliorare i processi produttivi e la competitività facendo leva su pratiche comuni, condivisione di conoscenze e di capacità innovative e produttive».