Sicilia Rurale

Emergenza siccità: tra campi arsi e dighe in ginocchio, la peronospora si estende in Sicilia a macchia di leopardo

L’acqua che scarseggia e che lascia a secco i rubinetti di casa, che inaridisce i campi e le coltureL’emergenza siccità è attuale più che mai.

Quello della Sicilia è stato il territorio maggiormente colpito dal deficit di precipitazione (-25%) dove, nel 2024, sono caduti poco più di 500 mm di pioggia, corrispondenti a circa 13 miliardi di metri cubi, rispetto a una media annua sul lungo periodo 1951-2024 di circa 665 mm, corrispondenti a 17,2 miliardi di metri cubi di precipitazioni totali. Ciò è quanto viene fuori dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Questo ha portato una crisi che ha coinvolto tutti.

Una siccità partita nel 2024, che si è protratta fino a fine anno, e che ha lasciato strascichi importanti. Ci racconta Graziano Scardino, presidente della Cia Sicilia.

Un quadro che fa storcere un po’ il naso. Gli invasi dalla provincia di Enna, verso l’est, hanno accumulato acqua e negli ultimi giorni si stanno aprendo le campagne irrigue.

Nella parte occidentale, in modo particolare l’Agrigentino, il Trapanese e parte del Palermitano, gli invasi sono destinati quasi esclusivamente al consumo umano, quindi quello idrico e non sono riusciti ad invasare acqua per vari motivi, a partire dalla diga Trinità “che rimane l‘eterno problema che ha la provincia di Trapani, rimasta aperta, e quando si è risolto il problema tecnico, forse più politico che tecnico, tutti quei vigneti che avevano già sofferto la peronospora del 2023 e tutta la siccità del 2024, oggi si trovano in una situazione veramente critica con rischio non solo della poca produzione, ma della vita stessa delle piante“.

Altra situazione critica in alcune zone dell‘Agrigentino, il lago Arancio non ha molta acqua, “anche se grazie all’assessore Barbagallo siamo riusciti a portare qualche milione di metri cubi e ora stiamo cercando di ripristinare i motori per poter pompare l’acqua e darla sia agli orticultori che agli agricoltori della zona di Ribera.

Nella zona dell’agrigentino il Consorzio di Bonifica 3 che ha problemi di liquidità, non sta pagando stipendi o lo sta facendo a singhiozzo, “ci sono gli operai che incrociano le braccia creando disservizio, perché la diga San Giovanni e la diga Furore avrebbero l’acqua da distribuire“.

Siamo intervenuti un paio di volte, abbiamo fatto leva sia con il commissario del consorzio di Bonifica che con l’assessore, hanno pagato delle mensilità e in questo momento l’acqua si sta distribuendo“.

La situazione è più tranquilla per quanto riguarda la diga OgliastroLentiniNicolettiRegalputo e Pozzillo perché di fatto hanno un certo quantitativo di acqua, la diga di Lentini è praticamente piena, è arrivata quasi a 100 milioni di metri cubi. La diga di Pozzillo, invece, dovrebbe garantire almeno due turni irrigui e altre tre quella Don Sturzo.

In questi numeri la Sicilia orientale con gli agrumenti, le ortive che ci sono e anche una parte della frutta estiva non dovrebbe avere grosse problematiche.
C’è stata una grossa grandinata nella zona dei comuni di Mineo, ai piedi del comune di Caltagirone che ha compromesso
 la produzione, “stiamo verificando esattamente i danni, ma questo è frutto di questa crisi climatica che ormai sta diventando irreversibile“.

Quando dovrebbe piovere non piove, quasi in tutto l’inverno in molte zone dell’Isola“. E piove ad alta intensità, spesso con venti forti, come è successo una decina di giorni fa. In questo momento la crisi climatica si fa sentire tanto.

Stiamo consigliando agli agricoltori di assicurare il raccolto. E’ ovviamente un’operazione complessa, un lavoro che deve essere fatto in maniera certosina, però oggi il dato dell’agricoltura è questo“.

L’Ancipa, infatti, nel mese di giugno ha raggiunto i 25,34 mmc. Il lago Arancio 9,42 il Castello 9,54; il Cimia 1,47; il Comunelli 0,04; il Disueli 0,17; il Don Sturzo 39,69; il Fanaco 4,72; il Furore 1,11; il Gammauta 0,19; il Garcia 20,10; il Gorgo 0,43; il Lentini 97,10; il Nicoletti 4,59; l’Olivo 4,33; il Paceco 2,94; il Piana degli Albanesi 10,79; il Piano del Leone 3,32; il Poma 28,39; il Pozillo 33,06; il Prizzi 4,19; il Ragoleto 9,25; il Rosamaria 23,64; il Rubino 4,18; il San Giovanni 8,40; il Santa Rosalia 13,12; lo Scalzano 7,02; lo Sciaguana 5,00, il Trinità 4,22 e il Zafferana 0,04.

Negli ultimi tempi alla crisi idrica persistente, che ha messo in ginocchio gli agricoltori, si è aggiunta una combinazione di piogge intense e condizioni ambientali che hanno favorito l’esplosione della peronospora in Sicilia, con gravi danni alle produzioni agricole.

La malattia, è un fungo parassita che colpisce foglie, grappoli e colture orticoleaggravate da acqua piovana o rugiada trattenuta sul lato inferiore delle foglie.

Quando piove davvero, come accaduto il 15,?16 e?17 maggio, la peronospora attacca, i grappoli si ammalano, e i viticoltori restano soli.

Nella zona occidentale della Sicilia, soprattutto nelle zone costiere del Marsalese, zona di Pertosino, parecchi ettari di vigneto sono stati compromessi. Colpiti e ancora, nonostante il caldo, non sono riusciti a riprendersi.

Ovviamente c’è un fattore importante, la vicinanza al mare che crea una maggiore umidità, condizioni climatiche adatte allo sviluppo del fungo.

Mentre, se ci si sposta verso l’interno la situazione migliora. 

Come abbiamo già visto (clicca qui), la viticoltura è il settore che ha già vissuto due anni difficilissimi. Nel 2023, l’intera Sicilia ha subito danni da peronospora stimati in oltre 350?milioni di euro, con perdite fino al 90?% in alcune aree. Nel 2024, l’ulteriore mazzata è arrivata dalla siccità, con un calo produttivo fino al 40?% su alcune varietà nella sola provincia di Trapani.

Con le piogge del 2023 le piante hanno preso la peronospora e si sono sensibilizzate, l’anno scorso c’è stata molta siccità, la peronospora è intervenuta di meno, ma quest’anno le piante sono un po’ più turgide“. Non si tratta di un problema della viticoltura regionale, non è un problema diffuso, ma ci sono aree e varietà che vengono colpite maggiormente. Nonostante questo bisogna intervenire. 

La peronospora si estende a macchia di leopardo, ed è soprattutto concentrata negli areali che sono a ridosso delle zone costiere. Le condizioni meteo più recenti, temperature elevate e buona ventilazione, rallentano momentaneamente la diffusione, ma non la fermano. 

“E’ in arrivo la vera estate”. Le temperature di questo fine settimana, e di questi ultimi giorni, sono più alte della norma, di conseguenza il fabbisogno idrico delle piante aumenta.

E’ importante difendere le piante, far si che il fungo non danneggi tutto il raccolto. Gli agricoltori affannosamente stanno cercando di arginare il problema, “ma hanno bisogno di molti investimenti, gli agrofarmaci sono costosi, sono molecole che sono ammesse dai vari tipi di agricoltura, che hanno un costo,  quindi si parla proprio di investimenti che servono a mantenere le piante e il raccolto“.  

Sono state tante le voci accolte, quelle di agricoltori che si sono trovati da soli a dover fronteggiare questa problematica. Il malcontento continua a crescere.

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