A Cerami, nell’Ennese, si discute da tempo della messa in sicurezza della parte ovest dell’abitato senza particolari passi in avanti. Oltre venti gli anni trascorsi con la mera indicazione di soluzioni possibili rimaste però solo sulla carta: mancavano le necessarie risorse finanziarie e un’adeguata pianificazione. Elementi che la Struttura contro il dissesto idrogeologico, con al suo vertice il governatore Nello Musumeci, ha messo in campo intervenendo in una zona che ha la più alta classificazione di rischio.
L’obiettivo è la stabilizzazione del versante e del costone roccioso che si staglia a ridosso delle case, a poca distanza dal Santuario dell’omonima Madonna della Lavina, a circa 960 metri sul livello del mare. Pesanti i disagi che i residenti hanno subito anche sul fronte della viabilità: un tratto di via Ramici – la strada che collega Lavina con la zona del campo sportivo in contrada Zuccaleo – è chiusa al transito pedonale e veicolare da decenni.
Tra le misure previste da un punto di vista tecnico, il bloccaggio del possibile cinematismo di undici massi, la collocazione in cinque aree già individuate di rete in acciaio per l’ancoraggio di altri massi di dimensioni minori, la pulitura della parete e il disgaggio di massi instabili eseguito da rocciatori esperti. Per concludere, la fornitura e la posa in opera di funi in acciaio, sistemi di chiodatura con barre dywidag e la sistemazione di pannelli di rete metallica a doppia torsione.