Torna ad aumentare il livello dell’acqua negli invasi siciliani. È quanto emerge dal report mensile, diffuso dall’Autorità di bacino istituita dal governo Musumeci, sulla situazione delle 25 dighe gestite dalla Regione.
Le precipitazioni di marzo, quasi ovunque superiori alle medie dopo un periodo di siccità, hanno consentito un incremento di volumi disponibili che ha interessato, tra l’altro, alcuni dei bacini più importanti sia ai fini degli approvvigionamenti idro-potabili sia delle attività irrigue.
Nel dettaglio, al primo aprile gli invasi gestiti dalla Regione hanno accumulato 578,33 milioni di metri cubi di acqua recuperando un’importante quota rispetto a marzo quando si erano fermati a 533,41.
Il livello resta così poco più basso rispetto allo scorso anno, quando furono raggiunti 639,96 milioni di metri cubi, ma la crisi è scongiurata.
Anche perché, spiegano gli esperti, il beneficio delle precipitazioni di marzo non si esaurisce al solo incremento delle riserve, ma riguarda anche il minor fabbisogno irriguo durante il periodo primaverile, dal momento che ovunque i suoli sono stati portati alla massima capacità idrica di campo.
Tra l’altro, all’inizio di aprile si osservano ancora deflussi significativi verso gli invasi, che lasciano prevedere ulteriori lievi incrementi durante il mese e che permettono di guardare con relativa tranquillità al periodo estivo.
Sul fronte dighe, il governo regionale sta lavorando su più interventi. A dicembre è stata deliberata, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon, la somma di seicentomila euro per progettare la gestione e la messa in sicurezza di otto invasi, attraverso i cosiddetti progetti di gestione.
A beneficiare delle somme sono le dighe Arancio, Furore, Gorgo Lago, Lentini, Paceco, Ponte Barba, San Giovanni e Santa Rosalia.
Altri interventi di progettazione sono in corso per mettere in sicurezza gli invasi e aumentarne la capacità.
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