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Decreto emergenze agricoltura. Selvaggi: all’agrumicoltura siciliana serve molto di più
di Angela Sciortino

(di Redazione) Nel decreto emergenze agricoltura insieme ai settori olivicolo-oleario,lattiero caseario e ovi-caprino, è pure contemplata l’agrumicoltura, ma di questa, il provvedimento si occupa solo parzialmente. Prevista, infatti, solo la   copertura dei costi per interessi dovuti nel 2019 sui mutui bancari. «Si tratta di un buon punto partenza, ma non basta ad aiutare un settore che rappresenta il 25 per cento circa degli acquisti di frutta per il consumo domestico, costituendo una componente più che mai determinante nel panorama frutticolo del Paese», lo ha affermato Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp, ieri, durante l’audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto legge emergenze agricoltura.

decreto emergenze

Giovanni Selvaggi

«Per questo motivo – ha continuato Selvaggi – evidenziamo la necessità di interventi strutturali che mirino a garantire ai produttori un prezzo del prodotto destinato alla trasformazione che sia remunerativo e che valorizzi la elevata qualità del prodotto nazionale, in linea con quanto previsto dal Fondo nazionale agrumicolo inserito nella legge di bilancio 2017. Serve anche nuova misura ad hoc, solo per aziende iscritte ai consorzi, che garantisca il conferimento del prodotto alle cooperative o alle op consorziate».

Oltre alla copertura degli interessi per il 2019 sui mutui bancari, secondo il il presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia nonché presidente della Confagricoltura etnea, sarebbe utile aggiungere il rinvio delle scadenze delle rate dei crediti agrari.

E poi punta il dito sull’eccesso di burocrazia: « Sarebbe opportuno intervenire su Agea affinché sblocchi questo imbarazzante nodo della certificazione antimafia, la cui emissione è demandata alle prefetture, che sta mettendo molte aziende in forte crisi a causa di un eccesso di burocrazia. L’imprenditore che presenta un’autocertificazione, qualora fosse non veritiera, incorre già in reati penali. Non capiamo perché oltre a ciò si debba aggiungere un ulteriore passaggio burocratico che penalizza le aziende sane e oneste».

Tra le proposte del presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia una misura che tramite Ismea preveda l’erogazione di prestiti alle aziende iscritte ai consorzi da almeno 2 anni, destinati alla  conversione dei seminativi irrigui in agrumeti, all’estirpazione dei vecchi impianti e al reimpianto, il tutto con 12 mila euro ad ettaro da restituire in 10 anni con tre di preammortamento, a partire dal collaudo degli impianti.

«Nel medio e nel lungo periodo, inoltre, si dovrà continuare a lavorare per strutturare un piano agrumicolo di settore pluriennale che includa la lotta alla fitopatie e che possa costituire un punto di riferimento per l’organizzazione del comparto, in termini di produzione, commercializzazione e internazionalizzazione. Non deve, poi, mancare una seria attività di comunicazione e promozione istituzionale per incentivare il consumo di agrumi. Solo così si potrà risollevare il comparto che ha solo bisogno di prodotto nuovo è adeguato alle esigenze dei mercati», ha concluso Selvaggi.

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