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Crisi idrica: gli invasi si riempiono, ma le previsioni per la Sicilia occidentale non lasciano ben sperare
di redazione siciliarurale

L’acqua che scarseggia e che lascia a secco i rubinetti di casa, che inaridisce i campi e le colture, come ormai capita ogni estate in Sicilia. L’emergenza siccità è attuale più che mai.

Quello della Sicilia è stato il territorio maggiormente colpito dal deficit di precipitazione (-25%) dove, nel 2024, sono caduti poco più di 500 mm di pioggia, corrispondenti a circa 13 miliardi di metri cubi, rispetto a una media annua sul lungo periodo 1951-2024 di circa 665 mm, corrispondenti a 17,2 miliardi di metri cubi di precipitazioni totali. Ciò è quanto viene fuori dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Questo ha portato una crisi che ha coinvolto tutti.

Ci troviamo al momento in una fase di valutazione, aspettando il periodo più critico, ma la Regione Siciliana è già corsa ai ripari. Proroga per un anno l’emergenza idrica in agricoltura. 

“In Sicilia sebbene si sono verificate piogge significative, ci sono delle aree critiche, che riguardano soprattutto la Sicilia occidentale“, ha dichiarato l’assessore Salvatore Barbagallo.

In una fase delicata e critica come questa, diventa vitale un supporto di questo tipo. “Diversi serbatoi utilizzati a scopo irriguo non sono sufficientemente pieni. A ciò va aggiunto anche il fatto che l’agricoltura deve cedere acqua agli usi potabili per l’emergenza, questo impone di avere degli strumenti più veloci ed efficaci, quali l’emergenza idrica per poter operare“.

Al momento, nella parte orientale dell’Isola il problema è marginale e ridotto, l’Ancipa ha raggiunto la sua massima capacità. Qualche problema invece permane sulla Sicilia occidentale, a Palermo, Trapani, e in parte Agrigento, dove l’acqua delle dighe non ci lascia grandi preoccupazioni per quanto riguarda il settore potabile, ma per quello irriguo ci sono risorse contingentate, prevedendo quindi un’estate poco serena per l’agricoltura.

Il comparto agricolo avrà delle risorse molto limitate.

L’Ancipa, infatti, nel mese di aprile ha raggiunto i 27,05 mmc. Il lago Arancio 8,76; il Castello 9,57; il Cimia 1,20; il Comunelli 0,09; il Disueli 0,42; il Don Sturzo 39,69; il Fanaco 3,91; il Furore 1,62; il Gammauta 0,27; il Garcia 19,02; il Gorgo 0,49; il Lentini 100,44; il Nicoletti 4,71; l’Olivo 4,35; il Paceco 3,14; il Piana degli Albanesi 10,77; il Piano del Leone 3,52; il Poma 28,39; il Pozillo 32,30; il Prizzi 4,07; il Ragoleto 8,82; il Rosamaria 20,56; il Rubino 4,33; il San Giovanni 8,21; il Santa Rosalia 12,93; lo Scalzano 7,27; lo Sciaguana 5,16, il Trinità 3,62 e il Zafferana 0,07.

Le riduzioni che erano già state disposte e programmate non saranno modificate, ma si aspetta il futuro con la stagione più calda, e con l’afflusso turistico, dove ci saranno esigenze differenti. Una situazione in divenire, che deve attendere le prossime settimane. L’estate 2025 sarà disastrosa come lo è stata quella scorsa? Non ci resta che attendere.

Intanto sono iniziati i lavori per l’installazione dei due dissalatori mobili nei Comuni di Gela e Porto Empedocle e, a breve, partiranno anche a Trapani. Un passo fondamentale per nuove azioni contro la crisi idrica in Sicilia.

Grazie a uno stanziamento di 90 milioni di euro a valere sul Fsc e altri 10 milioni di fondi propri, la Regione ha avviato un intervento straordinario che mira a rendere operativi i dissalatori entro l’estate per garantire un ulteriore supporto concreto all’approvvigionamento idrico delle zone più colpite dalla siccità, che purtroppo registra in Sicilia occidentale il quarto anno di scarsità di piogge.

I lavori in corso riguardano la predisposizione dei preesistenti siti per l’installazione dei nuovi moduli di dissalazione mobile e l’esecuzione degli allacci alle opere di presa a mare, agli scarichi della salamoia, alla rete idrica ed elettrica.

Renato Schifani

“Con l’inizio di questi lavori – dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani – mettiamo in campo un’ulteriore azione concreta per contrastare la crisi e tutelare il diritto dei siciliani all’approvvigionamento idrico. Abbiamo stanziato risorse importanti e ci siamo mossi con determinazione per arrivare all’operatività dei dissalatori entro l’estate. È un’azione urgente, ma anche organica e strutturata, che dimostra la capacità della Regione di affrontare con tempestività le emergenze e di trasformarle in opportunità di rafforzamento infrastrutturale”.

L’intervento nasce da un’azione sinergica tra il governo nazionaletramite la struttura per l’emergenza idrica guidata dal Commissario straordinario Nicola Dell’Acqua e il governo regionale, con il coordinamento della Cabina di regia regionale. A eseguire i lavori sarà Siciliacque.

Il piano organico messo in campo prevede, a seguire, anche la realizzazione di altri due dissalatori nel Palermitano e condotte, per un importo di 200 milioni di euro, da realizzare a cura della Protezione civile siciliana con il sistema del progetto di finanza, il cui bando di gara sarà pubblicato a breve da Invitalia.
Si tratta di un insieme di misure sistemiche che completano e superano quelle emergenziali, già realizzate o in corso, grazie alle quali la Regione sta mitigando la crisi idrica.

Francesco Colianni

Dall’altra parte, invece,  saranno pubblicati i bandi per i due dissalatori di Palermo che, cosi come previsto dalla delibera di giunta 459 dello scorso 27 dicembre, saranno realizzati in project financing, quindi con il coinvolgimento di soggetti privati. “Parliamo di un investimento di 180 milioni, di cui 10 di fondi regionali“, ha annunciato proprio ieri l’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Francesco Colianni.

I piani della Regione per risolvere questa grande criticità non prevedono di puntare esclusivamente sui dissalatori, per il fatto che l’acqua dissalata ha costi di produzione significativamente elevati, ma si punta ad una diversificazione delle fonti di approvvigionamento idrico, considerando i dissalatori come una delle componenti di un sistema più articolato.
Questo è quanto detto durante la conferenza stampa che si è svolta ieri pomeriggio a Palazzo d’Orléans, sede della Presidenza della Regione Siciliana.
La Regione conferma quindi il proprio impegno nell’attuazione del programma di interventi già approvato, ovvero quello che riguarda gli impianti di Gela, Porto Empedocle e Trapani, con l’aggiunta di investimenti per l’area metropolitana di Palermo, che ammontano a 170 milioni di euro da parte dei privati e 10 milioni provenienti da risorse pubbliche.
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