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Crisi idrica a Enna, il sindaco Dipietro: “Stiamo scavando i pozzi per affrancarci dalla fornitura della diga Ancipa”
di redazione siciliarurale

“Per quanto riguarda il sistema idrico distributivo della città di Enna, sono già stati completati gli interventi sulla sorgente Furma, mentre sono in corso di esecuzione gli interventi relativi alla trivellazione dei pozzi gemelli, nell’area di Contrada Bannata e saranno avviati a brevi quelli individuati in contrada Ronza. Questi interventi consentiranno di affrancare, a breve, quasi totalmente il sistema idrico di Enna dalla fornitura della Diga Ancipa”. Lo dice il sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, nel tentativo di liberare la città dalla morsa della diga Ancipa, che per ora contiene poca acqua, dalla quale Enna si alimenta.

 

Diga Ancipa

I rubinetti nel capoluogo rimangono asciutti per 6 giorni ma ci sono punte in provincia, a Nicosia, dove l’acqua arriva ogni 7 giorni. A ciò si aggiunge le falle e le perdite di acqua della condotta che da Troina si snoda per tutta la provincia, che secondo alcune stime sono dell’oltre 50 per cento. Intanto gli allevatori sono costretti ad abbattere i capi di bestiame ai quali non hanno più cosa dare da bere e da mangiare. Enna è, insieme a Troina, Gagliano Castelferrato, Nicosia, Ancipa dipendente. Le continue interruzioni di erogazioni di Siciliacque fanno saltare i turni di erogazione garantiti da Acquaenna e, dunque, la gente rimane senz’acqua per più giorni.

“Nei giorni scorsi il Comune di Enna ha attivato il Centro operativo comunale di protezione civile per mettere in campo gli interventi di supporto alla popolazione” aggiunge Maurizio Dipietro che ricorda che sono in corso di esecuzione gli interventi finalizzati a contrastare la situazione di deficit idrico in atto che sono di competenza unicamente dell’Assemblea Territoriale Idrica di Enna e, per suo tramite, del gestore del servizio idrico, a cui sono demandati gli interventi operativi.

 

Il comitato di cittadini “Senz’acqua” di Enna presenta esposto in Procura

 

Il comitato di cittadini “Senz’acqua” di Enna ha depositato un esposto in Procura legato all’emergenza idrica. Secondo i legali del comitato spontaneo, gli avvocati Giampiero Alfarini e Giampiero Cortese, la drastica turnazione, capace di lasciare e secco Enna per 6 giorni e vi sono zone in cui l’acqua arriva a singhiozzo o non esce nemmeno dai rubinetti, può “configurare il reato di interruzione di pubblico servizio”.

Nel mirino c’è AcquaEnna, gestore del servizio idrico, a cui sono rivolte le proteste del Comitato per la tariffazione dell’acqua in bolletta, tra le più alte in Italia. La Procura di Enna aveva già aperto un’inchiesta sull’emergenza idrica e l’esposto del Comitato servirà ad fornire altro materiale ai magistrati per comprendere se sono state commesse irregolarità. La presentazione dell’esposto era stata annunciata ieri sera nel corso di un’assemblea cittadina organizzata dal comitato e a cui hanno preso parte circa 400 persone.

“Siamo convinti che le gravi inefficienze attuali – spiegano dal Comitato Senz’Acqua Enna – possano configurare il reato di interruzione di pubblico servizio, e chiediamo che vengano individuati i responsabili. L’acqua non è solo un bene primario, ma un diritto fondamentale che deve essere garantito a ogni cittadino. Una gestione inadeguata non solo peggiora la qualità della nostra vita quotidiana, ma mina profondamente la nostra dignità. Non ci fermeremo qui: proseguiremo con tenacia questa battaglia per ristabilire il rispetto dei nostri diritti. L’acqua è vita, e il nostro impegno per difenderla sarà sempre più forte”.

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