La crisi climatica mette a rischio la viticoltura eroica tipica del Prosecco, del Soave, del passito e di molti altri vini italiani ed europei, come il Porto, ma esistono soluzioni innovative per mitigare i cambiamenti.
A dirlo è lo studio pubblicato su iScience sotto la guida di Paolo Tarolli dell’Università di Padova e la partecipazione di ricercatori dell’Università di Udine e dello studio professionale olandese Cambisol. Suggerisce l’uso di combinazioni di nuove tecnologie, dai droni alle app, nuovi incentivi per la gestione del territorio e, soprattutto, un dialogo tra mondo della scienza e mondo rurale.
“La cosiddetta viticoltura eroica, quella che viene fatta in condizioni estreme ad esempio in aree con pendii molto ripidi come il Prosecco, è un’eccellenza italiana e di poche altre nazioni. Un patrimonio non solo enologico ma culturale e storico“, ha detto all’ANSA Tarolli. Si tratta di coltivazioni molto complesse rese oggi ancor più difficile dai cambi climatici e gli associati eventi estremi, dalle piogge intense ai periodi di siccità o le ondate di calore ma sono possibili soluzioni. Secondo i ricercatori è necessario mettere in campo un mix di soluzioni tecnologiche, ad esempio droni per monitorare i terreni ed evidenziare tramite una semplice app le possibili aree a rischio per facilitare interventi sul territorio, prima che si creino situazioni critiche, oppure piccoli trattori robot elettrici più leggeri di quelli tradizionali che limitino il compattamento dei suoli.
Ma le tecnologie devono essere sostenute prima di tutto da incentivi economici per manutenere i terrazzamenti, estendere le coperture dei terreni e realizzare piccoli ma diffusi invasi per la raccolta delle acque piovane da usare nei periodi più caldi per l’irrigazione di emergenza. “La scienza può fare molto ma la cosa più importante è il dialogo con il mondo rurale“, ha aggiunto Tarolli.