Il presidio degli allevatori ed agricoltori, che da circa un mese staziona alla rotonda del Dittaino, sulla A19, si sposterà domani, ad Enna bassa in via della Resistenza. Entreranno, dunque, dentro la città trattori e operatori agricoli per dare visibilità alla loro protesta e fare degustare i prodotti del territorio.
“Siamo stati lasciati soli dalla politica e dall’assessorato regionale che sta ritardando nel pagamento di piccoli incentivi che potrebbero aiutarci – dicono – Non siamo gli agricoltori e gli allevatori di un tempo. Tra noi ci sono tanti giovani che hanno scelto di rimanere in Sicilia a coltivare la terra, tanti tra noi hanno studiato e hanno competenza. Ma siamo con l’acqua alla gola“. Gli agricoltori denunciano una situazione al collasso con un sistema creditizio che li sta strangolando. “Abbiamo le terre ipotecate e paghiamo le banche per potere continuare a lavorare“, dicono.
Ma il nodo più grosso riguarda le importazioni e i dettami europei, con una legge italiana molto rigorosa sulla genuinità di carini e prodotti agricoli che, di contro, si scontra con quei prodotti, a basso costo che arrivano da ogni parte del mondo e rompono il mercato. L’accusa più grande è quella per la politica che avrebbe svenduti l’agroalimentare siciliano. ” In provincia di Enna ci sono circa 6000 aziende che provano a sopravvivere in un momento in cui siamo tra i più colpiti dalla siccità – affermano – E gli allevatori stanno scomparendo. E’ diventato persino difficile dare da bere ai nostri animali“.