Bisogna fermare l’effetto domino che dalla pandemia alla guerra in Ucraina sta scombinando pesantemente mercati e consumi, portando i prezzi delle materie prime, oggi già a +200%, e dei prodotti agroalimentari sugli scaffali, ampiamente oltre la sostenibilità.
L’economia di famiglie e imprese va rispettata e tutelata, lavorando sul serio contro le speculazioni. Così Cia-Agricoltori Italiani a commento delle stime Istat sulla fiducia dei consumatori (indice da 112,4 a 100,8) e delle aziende (da 107,9 a 105,4) scesa, a marzo, al valore più basso da gennaio 2021.
Per Cia, dunque, serve stringere i tempi per dare vere garanzie agli agricoltori, in primis, che stanno pagando concimi, mangimi ed energia il triplo e il doppio del prezzo, ma anche ai cittadini sui quali si ripercuote l’inflazione per il cibo, salita in media del 4,6%. Gli aumenti su benzina e gasolio, e quindi sui costi di produzione, si stanno ripercuotendo a cascata dal produttore al consumatore, passando per imballaggi e logistica. E così pesano sul carrello gli aumenti di olio di semi (+19%), verdura (+17%), pasta (+12%) frutta (+7%) e carne (+6%).
Occorre governare i prezzi nel loro insieme, ribadisce Cia. Frenare le speculazioni, porterà vantaggi a tutti e darà respiro agli investimenti che, oggi, per i produttori di mais, per esempio, rappresentano molto più che un rischio d’impresa.
Mai come ora, conclude Cia, è evidente l’urgenza di quel Patto di sistema per un’equa ripartizione del valore e necessario a ostacolare le pratiche sleali.