(di Luigi Noto) Sono bastati sette mesi per arrivare all’obiettivo dei 50 milioni di bottiglie. Il Consorzio vini Doc Sicilia aveva posto questo traguardo per la fine del 2018, ma è stato già raggiunto a luglio, segnando un vero e proprio record per i produttori che mettono in bottiglia il loro vino seguendo il disciplinare della Doc Sicilia e facendoselo certificare dall’Istituto regionale del Vino e dell’Olio.
Quello dei 50 milioni di pezzi è stata una bella scommessa. Vinta facilmente, però. È bastato essere d’accordo sul fatto che chi metteva Nero d’Avola o Grillo in purezza dovesse farlo come Doc Sicilia per arrivare facilmente e velocemente al traguardo. A trainare l’aumento del numero di bottiglie prodotte – appunto 50 milioni di bottiglie prodotte da gennaio a luglio 2018 mettendo a segno un +154 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017 – sono, infatti, principalmente due vitigni: il Grillo che a luglio ha sfiorato i 10 milioni di bottiglie e il Nero d’Avola che nei primi sette mesi del 2018 è salito a oltre 22 milioni di bottiglie prodotte. Chi l’anno scorso produceva questi vini in purezza, è bene ricordarlo, non seguiva le regole della Doc Sicilia come è, invece, obbligatorio adesso, e in etichetta scriveva Igp Terre Siciliane. Ma la crescita dell’imbottigliato, assicurano al Consorzio, riguarda tutti i vini della Doc Sicilia: dal Sicilia Bianco al Catarratto all’Inzolia, dallo Zibibbo al Sicilia Rosso, dal Frappato al Merlot.
«Il traguardo di bottiglie prodotte finora è il frutto dell’azione intrapresa su più versanti dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia», dice il presidente Antonio Rallo. «Siamo impegnati fin dalla nostra nascita per garantire la qualità dei vini Doc Sicilia. Abbiamo investito in campagne di promozione e di informazione in Italia e all’estero per mettere in risalto l’unicità della produzione del “continente vinicolo Sicilia”. Spot radiofonici e televisivi in Italia raccontano le caratteristiche dei vini Doc Sicilia. E nei principali mercati siamo sempre più presenti in eventi che fanno conoscere il meglio che la Sicilia offre», aggiunge il presidente del Consorzio.
Grazie alla massiccia attività di promozione e di fortificazione dell’immagine, la stampa generalista e specializzata si dedica sempre più alla Sicilia e ai vini della Doc, attribuendo al comparto vitivinicolo dell’Isola la definizione di “modello positivo di sistema” tra aziende che lavorano, insieme alle migliori professionalità del comparto, per un unico obiettivo.
Dal 2012, anno di nascita del Consorzio di tutela, ad oggi, sono 315 le aziende che aderiscono alla Doc Sicilia. Il Consorzio punta molto sulle azioni di vigilanza e controlli a tutela di consumatori e produttori: anche per il 2018 è stato confermato l’accordo con il Consorzio Prosecco Doc per contrastare le contraffazioni ai danni dei vini a marchio Prosecco Doc e Sicilia Doc.
Dalle prime stime della vendemmia, coltivatori e produttori rilevano che malgrado le recenti condizioni climatiche avverse, la vendemmia si profila con un calo di quantità ma con una ottima qualità.
«La vendemmia entra nel pieno proprio quando si concludono anche diverse attività culturali estive nelle cantine, che offrono al pubblico l’opportunità di scoprire e vivere in modo diverso i territori», afferma Alessio Planeta, consigliere della Doc Sicilia. «Sono occasioni sempre più preziose per invitare sia il pubblico siciliano sia quello in viaggio nell’isola a visitare le aziende. Lo stesso possiamo dire sul fronte dell’enoturismo, su cui quest’anno registriamo un sensibile aumento sia per numero sia per qualità ed interesse da parte dei visitatori, soprattutto stranieri, che dopo aver avuto l’occasione di scoprire e di conoscere a fondo le identità dei luoghi e dei vini, nei fatti diventano i nostri primi e migliori ambasciatori nel mondo».
«Sempre più al centro dell’interesse dei clienti nei nostri principali mercati di sbocco c’è la sostenibilità, sono convinto che un approccio rispettoso dell’ecosistema sia ormai diventato un imperativo, altrimenti rischiamo il collasso collettivo», sostiene Alberto Tasca, consigliere del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. «La Sicilia è una regione che possiede un’enorme ricchezza varietale, detiene il 25 per cento della biodiversità europea e il 50 per cento di quella italiana, presenta condizioni climatiche estremamente favorevoli, tantissime tipologie di suolo, preziose risorse genetiche naturali e culturali che permettono di diversificare le produzioni enologiche. Praticare un’agricoltura sostenibile ci consente non soltanto di custodire e preservare questo patrimonio, ma anche di lavorare in un sistema trasparente dove tutti, attraverso la condivisione e il confronto continuo, tendono a migliorare continuamente. Insomma, il bene comune diventa l’obiettivo prioritario, al di fuori del concetto di concorrenza».