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Consorzi di bonifica, proposta di legge del governo per uscire dall’impasse
di Angela Sciortino

(di Angela Sciortino) Consorzi di bonifica si cambia pagina. Forse. Dipende se la proposta di legge predisposta dal governo Musumeci verrà approvata e dalle modifiche che l’Ars vorrà apportare. 

Nel disegno di legge presentato ieri alla stampa ed elaborato da un gruppo di lavoro guidato da Ezio Castiglione – già presidente dell’Ismea e per la Regione Siciliana consulente a titolo gratuito per le tematiche agricole – 42 articoli in cui sono condensati provvedimenti che dovrebbero servire a superare l’impasse in cui si trovano i consorzi di bonifica. 

I consorzi di bonifica che sono passati da ventitrè a undici e infine a 2 con l’ultima legge di riforma del 2014, sono commissariati da oltre 25 anni. Sono anche indebitati fino al collo: circa cento milioni di euro il passivo accertato. E spesso hanno i conti pignorati, cosicché ogni entrata, compreso il contributo annuale di circa 60 milioni di euro che la Regione assicura ogni anno, viene reclamato e riscosso dai creditori (enti previdenziali, Enel, fornitori); tant’è che perfino i dipendenti rimangono a bocca asciutta: qualcuno non percepisce lo stipendio da quasi due anni.

In più sono appesantiti da un numero esorbitante di contenziosi con gli agricoltori a cui vengono recapitate bollette salate in cambio di servizi insufficienti e inefficienti.

«La proposta di legge – ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeciha già ottenuto il gradimento delle organizzazioni di categoria e sindacali. Nascerà, così come prevede il ddl, un unico consorzio, articolato in quattro comprensori territoriali, con l’obiettivo di restituire agli agricoltori uno strumento efficiente attraverso, anzitutto, un aumento significativo della superficie irrigua: dagli attuali 61 mila ettari ai 176 mila potenzialmente irrigabili».

Musumeci si è impegnato a raggiungere questo obiettivo che potrebbe portare un incremento del reddito in agricoltura di circa un miliardo di euro, con la realizzazione di nuove condotte e il capillare ammodernamento delle reti per le quali non si fanno investimenti da oltre un decennio. Ma a tal proposito sorge un ragionevole dubbio circa la disponibilità delle ingenti risorse necessarie per realizzare questi poderosi investimenti. 

In ogni caso al governatore preme superare l’attuale situazione d’impasse. «La Regione – ha spiegato Musumeci – si farà carico, con una procedura graduale nel tempo, di sanare tutti i debiti pregressi che ammontano a circa cento milioni di euro. È necessaria, comunque, una razionalizzazione del personale, spesso non adeguatamente preparato per le mansioni che deve svolgere. Occorrono, dunque, formazione e riqualificazione e, in alcuni casi, bisognerà spalmare le risorse umane nei settori dove effettivamente servono».

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