(di Angela Sciortino) L’acqua per l’irrigazione non ha mai avuto costi così alti come negli ultimi anni. Pure agli agricoltori che non sono riusciti ad ottenerla (in toto o in parte secondo le necessità delle colture), i consorzi di bonifica hanno inviato bollettini di pagamento con cifre esorbitanti e fuori da ogni logica.
Va da sè che il contenzioso tra utenti e Consorzi di bonifica sta ormai degenerando. «E ciò sta avvenendo nella più totale indifferenza del governo regionale», denuncia Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale della Cia – Agricoltori Italiani e attualmente portavoce di Agrinsieme, l’organismo di coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri ed Alleanza delle cooperative.
«In questa situazione diventa inapplicabile l’art. 47, comma 11 della legge di stabilità del 2015 che prevede nel quinquennio il disimpegno graduale del sostegno finanziario della Regione alla gestione dei Consorzi di bonifica ed il conseguente accollo delle spese di gestione degli stessi consorzi da parte degli agricoltori», osserva Castagna a nome di Agrinsieme.
«Agli agricoltori – continua Castagna – non si può addossare l’onere finanziario della gestione dei Consorzi di bonifica al buio e senza l’adozione dei più elementari strumenti di controllo e gestione, che sono loro preclusi». Per chi lo avesse dimenticato, infatti, il sistema dei Consorzi di bonifica, benché sottoposto a una bella cura “dimagrante” che ne ha soltanto ridotto il numero da undici a due (senza ridurne contestualmente il pesante fardello di personale e debiti), subisce la gestione commissariale dal 1992.
«Alla luce di tutto questo – conclude Rosa Giovanna Castagna – chiediamo al governo regionale l’immediata sospensione dei ruoli consortili elaborati sulla base del programma di disimpegno finanziario previsto dalla norma regionale».