Il ciclone “Nino” che ha colpito duramente la Sicilia Nord Orientale e la Sud Orientale ha creato ingenti danni all’agricoltura, in particolare nel Catanese, Ragusano e Siracusano dove le coltivazioni sono state colpite da forti raffiche di venti e piogge impetuose.
Infine, a completare l’opera, la cenere vulcanica caduta nella giornata di domenica, ha causato danneggiamenti a moltissime colture quali ortaggi che non potranno essere venduti, danni diretti e indiretti a frutticini di agrumi e alle colture frutticole. Si contano enormi danni anche alle strutture serricole di uva da mensa, ortaggi e vivai, ma anche di pomodori, produzioni di eccellenza che oggi spuntano importanti prezzi sul mercato. Le zone interessate sono soprattutto il siracusano e il ragusano dove il vento ha divelto le strutture. Almeno il 20% di raccolto di carrubbe a terra, per il fieno anche l’80%.
“La conta dei danni ancora non è terminata“, il primo commento del presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona. “La nostra agricoltura continua a soffrire e il ciclone ne ha solo accentuato le difficoltà. Nei prossimi giorni incontrerò l’assessore all’agricoltura, chiedendo di attivare immediatamente un tavolo crisi, dove prevedere misure di ristoro o sospensione momentanea dei pagamenti in conto capitale e in conto interessi dei finanziamenti, sgravi fiscali e altre misure compensative per ristorare i danni subiti e le perdite economiche. Limitare le conseguenze dei fenomeni meteorologici avversi non basta, continua Marchese Ragona, occorre un piano d’azione strutturato ed integrato a livello regionale, che contempla misure di investimento per la prevenzione. Un piano condiviso anche con il mondo assicurativo per garantire maggiori tutele alle imprese con polizze costruite sulla base delle necessità degli agricoltori“.
Confagricoltura Sicilia è vicina alle aziende in difficoltà, fa appello alle Istituzioni affinché si dichiari lo stato di emergenza regionale e quello di calamità nazionale e che sia data piena operatività da parte della regione Sicilia all’Osservatorio Regionale sui Cambiamenti Climatici.