Una delle preoccupazioni è che l’estate del 2025 sarà peggiore di quella del 2024 perché nei bacini è arrivata ben poca acqua. Ci auguriamo che l’inverno non sia ancora finito e che possa piovere per recuperare il recuperabile.
I danni l’agricoltura li conta praticamente ogni giorno, a dirlo è Confagricoltura. Anche nei ‘seminativi‘ dell’annata 2024-2025 ci sono tantissime persone che si sono ritrovate a seminare con semi che costano circa 0,70 euro al chilo perché la prima semina, non piovendo, non è andata a buon fine.
“Abbiamo poi visto il grano venduto a 29 centesimi. C’è un problema strutturale della nostra agricoltura – rileva Marchese Ragona – che bisogna affrontare seriamente con chi di competenza, ma non è solamente il problema che non piove a gennaio. Mancano gli invasi perché se dovesse piovere per una settimana di fila, probabilmente molti invasi e molte dighe non collaudate invaserebbero quell’acqua e poi, per ragioni di emergenza, dovrebbe essere buttata in mare perché non la possono ”incamerare’“.
“Il governo regionale – conclude Marchese Ragona – dovrebbe ben gestire i consorzi di bonifica. L’agricoltore non può continuare a pagare delle bollette per un beneficio irriguo che non ha mai ricevuto. Ci auguriamo che la sensibilita’ dei nostri legislatori, amministratori, dei nostri rappresentanti sul territorio regionali e nazionali possano mettere in atto quel patto tra gentiluomini per la nostra Sicilia, per le nostre categorie produttive“.