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Con la pandemia 8 italiani su 10 hanno cercato un agricoltore per garantirsi cibo sicuro
di Roberta Mannino

Dai mercati contadini fino al web, la pandemia ha spinto quasi 8 italiani su 10 (79%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità.  E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid presentata in occasione dell’incontro “Rete mondiale farmer markets: il terremoto silenzioso” in occasione dell’inaugurazione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, a Villa Miani a Roma.

Per non rinunciare a portare in tavola cibi a km zero nonostante le restrizioni legate all’emergenza sanitaria i consumatori hanno sviluppato la tendenza a combinare gli acquisti on line, con la spesa recapitata a casa, a quelli fisici, recandosi nei mercati contadini che hanno continuato a restare aperti al netto delle difficoltà causate dal Covid.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito a 6,5 miliardi di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Un fenomeno reso possibile dal fatto che l’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che – continua Coldiretti – non ha solo un valore economico ma svolge anche un’importante funzione sociale durante l’emergenza sanitaria spingendo la riscoperta della vita di comunità, sostenendo la libertà di scelta e la consapevolezza dei consumatori nella scelta dei prodotti, promuovendo l’educazione alimentare, diffondendo la conoscenza dei territori in un territorio che vanta il patrimonio di biodiversità più elevato d’Europa raccontato anche attraverso i Sigilli di Campagna Amica, i 418 cibi antichi salvati dagli agricoltori italiani, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata nel Belpaese.

Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – spiega Coldiretti – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire.  Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra – continua Coldiretti – assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle metropoli ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid i mercati contadini – ricorda Coldiretti – hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.

“La vendita diretta nei merati contadini non è solo un nuovo modello agricolo ma anche una leva per responsabilizzare e trainare la filiera verso i valori di trasparenza, valorizzazione dell’origine territoriale e del prodotto locale, consumo consapevole, lotta agli sprechi” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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