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Con la Brexit torna lo spauracchio dei dazi. Cia: “Trovare subito accordo tra UE e Regno Unito”
di emilio scibona

Agricoltura Ismea

Resta fondamentale arrivare a un accordo commerciale tra Ue e Regno Unito. Un “no deal”, ancora di più in questa fase di pandemia, metterebbe a rischio la stabilità dei mercati e colpirebbe l’Italia in modo diretto, visto che Londra rappresenta il quarto mercato di sbocco per l’export agroalimentare tricolore e il terzo all’interno dei confini comunitari. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito all’incontro stasera a Bruxelles tra il premier britannico Boris Johnson e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

“La soluzione appena raggiunta sull’Irlanda del Nord ci fa ben sperare -osserva il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Bisogna uscire assolutamente da questa situazione di incertezza, rischiosa per imprese e cittadini, che può assumere una dimensione allarmante in un periodo già di difficoltà sul fronte della crescita economica, a causa degli effetti del Covid”.

A inizio 2021, di fatto, il Regno Unito sarà fuori dal mercato unico e dall’unione doganale e, senza un accordo sui futuri rapporti commerciali, torneranno dazi e controlli sulle merci alle frontiere. Un problema enorme, prima di tutto per cibo e bevande Made in Italy.

Le esportazioni agroalimentari nazionali verso il Regno Unito, infatti, valgono 3,4 miliardi di euro -ricorda l’Ufficio Studi Cia-. Tra i prodotti italiani più venduti, il primo è il vino, che rappresenta il 24% del totale delle esportazioni Oltremanica, con un fatturato superiore a 830 milioni di euro. Di assoluto rilievo anche il nostro export verso Londra di ortofrutta trasformata (13%) e ortofrutta fresca (6%), così come dei prodotti da forno e farinacei (11%) e dei prodotti lattiero-caseari (9%).

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