Coltivare carne nello spazio è possibile e vale la pena approfondire questa via con ulteriori ricerche: lo indicano due progetti di ricerca sostenuti dall’Agenzia Spaziale Europea e condotti in modo indipendente in Germania e Gran Bretagna.
Per la Germania partecipano al progetto l’azienda biotech Yuri e l’Universita’ di Reutlingen; per la Gran Bretagna le aziende Kayser Space, Cellular Agriculture e Campden Bri.
“Entrambi i gruppi sono giunti a conclusioni simili, suggerendo che l’idea di produrre carne coltivata nello spazio non e’ inverosimile e richiede ulteriori ricerche“, osserva Paolo Corradi, dell’Esa. “Entrambi i progetti hanno studiato la possibilita’ di coltivare carne nello spazio come cibo per gli astronauti, in particolare per quelli impegnati nelle future lunghe missioni dirette alla Luna e poi su Marte“.
“L’obiettivo e’ fornire agli astronauti cibo nutriente durante le missioni a lungo termine lontano dalla Terra, superando la tipica durata di due anni delle tradizionali forniture confezionate”, osserva Corradi. “Considerando la limitatezza delle risorse nello spazio, coltivare cibo fresco in situ – aggiunge – sarebbe necessario per aumentare la resilienza e l’autosufficienza di una missione e potrebbe anche fornire supporto psicologico all’equipaggio“.
Contemporaneamente l’Esa punta a sviluppare tecnologie per migliorare gli strumenti per la carne coltivata in orbita: “stiamo costruendo prototipi a Terra per studiare, ad esempio, sistemi a circuito chiuso che recuperano nutrienti e riciclano i rifiuti metabolici. Cio’ potrebbe essere applicato anche alla produzione di carne coltivata per recuperare il mezzo nutritivo che forniamo alle cellule“, osserva Christel Paille, del gruppo di lavoro dell’Esa sulla carne coltivata.
E’ un settore di ricerca appena agli inizi, ma promettente sia per lo spazio, sia per la Terra, rileva L’Esa citando i rapporti su tema presentati da Fao e Organizzazione Mondiale della Sanita’ . La tradizionale produzione di carne, prosegue l’Esa, costituisce una minaccia per l’ambiente poiche’ contribuisce all’emissione di gas serra, alla deforestazione ella perdita di biodiversita’ e a un grande consumo di acqua e suolo, senza contare la sofferenza degli animali e il rischio di innescare nuove pandemie. “La continua ricerca dell’Esa in questo campo – scrive l’Agenzia Spaziale Europea – potrebbe contribuire, attraverso il trasferimento della tecnologia spaziale alle applicazioni terrestri, a un cambiamento di paradigma nel modo in cui produciamo e consumiamo carne. Cio’ porterebbe a una transizione necessaria, che portera’ enormi benefici al pianeta e agli esseri umani, in linea con l’impegno dell’Esa nei confronti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite“.