“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno già superato quest’anno i 6 miliardi di euro in Italia“.
Lo scrive Coldiretti un un comunicato. Il caldo anomalo di inizio inverno sconvolge la natura e rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature e la perdita dei raccolti.
Coldiretti sottolinea gli effetti del fine anno bollente e senza precipitazioni, dopo un autunno climatologico che si è classificato in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800, con una temperatura superiore di 2,1 gradi la media storica. A preoccupare è anche il rischio siccità, soprattutto sull’Italia centro-meridionale, dove stanno emergendo i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, fanno scattare un campanello d’allarme.
Senza dimenticare che se non arriva il freddo, le popolazioni di insetti che causano danni alle colture potrebbero sopravvivere e svernare, per attaccare i raccolti nella prossima primavera. La mancanza di neve impedisce di creare le scorte idriche necessarie all’agricoltura, ma a causa del vento caldo e secco, che soffia su boschi e pascoli asciutti, da settimane senza pioggia, si moltiplicano anche gli incendi, anche per l’azione dei piromani, contro i quali si invita a vigilare.
Il Natale al caldo, con temperature superiori anche di 10 gradi la media conferma rivela la decisa tendenza al surriscaldamento della Penisola, con effetti climatici e produttivi. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.